Gustav Sámuel Kollár (1879–1970), Venezia, olio su tela, cm 62x72, N. inv. 3284, firma e data in basso a destra: «Kollár, 1910», collezione del Museo d’Arte di Braşov (Romania)
Gustav Sámuel Kollár (1879, Nyíregyháza [Ungheria]–1970, Braşov), pittore e grafico, figlio del rilegatore Sámuel Kollár, nacque in una famiglia slovacco–romena. A partire dal 1891 Gustav Sámuel Kollár visse e operò a Braşov, pur formandosi all’Istituto pedagogico di disegno di Budapest: dopo il diploma infatti svolse a Braşov la sua attività di professore di disegno e pittore. Paesaggista per vocazione, Kollár rimase costantemente fedele all’Impressionismo. Acquarellista di talento, combinò spesso acquerello e pastelli in una tecnica da lui battezzata «acuastel», termine che può essere tradotto con «acquastello». Il tema centrale nell’opera di Kollár è il paesaggio di Braşov e dei suoi dintorni: l’artista raffigurò con notevole espressività l’architettura antica della città (la Chiesa Nera, la Piazza del Consiglio, i bastioni, Şchei), i monti e i boschi del territorio, riuscendo a creare un’autentica immagine a colori di questa zona della patria adottiva. La sua fascinazione per l’elemento acquatico si apprezza particolarmente nei paesaggi marittimi realizzati durante i viaggi sulla costa adriatica e a Balcic, sulla costa del Mar Nero. Nel periodo del regime comunista partecipò a esposizioni collettive organizzate a Braşov, diventando presidente della filiale locale dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania. Questo fatto gli permise di continuare nel suo percorso artistico seguendo le proprie coordinate stilistiche e tematiche, facendo soltanto piccole concessioni alle tematiche ufficiali. Nella sua maturità divenne uno degli artisti più conosciuti e apprezzati di Braşov.
(scheda a cura di Andreea Pocol; traduzione italiana di Anita Paolicchi)
Conrad Vollrath/Veleanu (1884–1979), Paesaggio di Venezia, olio su tela, cm 60x69,8, N. inv. 2262, firma e data in basso a sinistra: «Con[rad] Vollrath, [1]914», collezione del Museo d’Arte di Braşov (Romania)
Conrad Vollrath, dal 1945 Conrad Veleanu (1884, Bucarest–1979, Braşov), pittore, decoratore e scenografo, figlio di J. A. Heinrich Vollrath, pittore decoratore bavarese stabilitosi a Bucarest. Vollrath studiò all’Accademia di Belle Arti di Bucarest sotto la guida dei professori George Demetrescu Mirea e Ipolit Strâmbulescu e, in seguito, alla Scuola di Arti e Mestieri e all’Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Nel 1908 abbandonò gli studi e tornò a Bucarest, dove si dedicò in maniera prevalente alla pittura decorativa. Collaborò con gli architetti Ion Mincu e Cristofi Cerchez, realizzando la decorazione esterna della Chiesa Stavropoleos, la decorazione del ristorante «Caru’ cu bere» e pitture decorative per l’Esposizione Giubilare di Bucarest del 1906, organizzata per festeggiare 40 anni di regno di Carol I e 25 anni dalla proclamazione del Regno di Romania. Negli anni precedenti lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Vollrath intraprese un viaggio di studio in Italia e, successivamente, studiò per un periodo all’Accademia Vitti di Parigi. Nel 1913, durante le Guerre Balcaniche, prese parte alla campagna di Bulgaria dell’Esercito Romeno, e nel 1917 partecipò alla battaglia di Mărăşeşti, sul fronte romeno della Prima Guerra Mondiale. Partecipò poi alla decorazione della Cattedrale Ortodossa di Alba Iulia, in collaborazione con il pittore Costin Petrescu, venendo insignito dell’Ordine «Corona della Romania». Nel 1927 Conrad Vollrath si stabilì a Braşov. Nel periodo 1950–1955 lavorò come pittore e grafico all’Associazione Romena per le relazioni con l’Unione Sovietica. Vollrath, che aveva una forte vocazione come colorista e paesaggista, aderì alla corrente post-impressionista. Il cromatismo vivo e il ricorso a pennellate libere e pastose, stese con disinvoltura sulla tela, sono il modo in cui il pittore dimostra il proprio interesse per una riproduzione il più fedele possibile della natura.
(scheda a cura di Andreea Pocol; traduzione italiana di Anita Paolicchi)
Aurel Bordenache (1902–1987), Paesaggio veneziano, olio su cartoncino, cm 20,5x26, N. inv. 3257, firma e data in basso a destra: «A[urel] Bordenache, 1931», collezione del Museo d’Arte di Braşov (Romania)
Aurel Bordenache (1902, Huşi–1987, Bucarest), pittore, scultore e grafico. Dopo essersi formato a Iaşi, Bucarest, Parigi e Liegi, nel 1944 si trasferì a Codlea (distretto Braşov), dove svolse per il resto della vita la propria attività artistica. La sua opera venne influenzata da Nicolae Grigorescu, Ştefan Luchian e William–Adolphe Bouguereau. La sua produzione comprende ritratti di politici e uomini di cultura, paesaggi, nature morte, scene di lavoro, ma anche composizioni con personaggi, come ad esempio i bassorilievi sulla facciata del Mausoleo di Mărăşti, dedicato alla memoria dei caduti romeni nella Grande Guerra. Apprezzato illustratore di libri, è conosciuto per le illustrazioni di un volume di poesie di Mihai Eminescu (1942), di «Antologia della letteratura italiana» di Alexandru Marcu e degli scritti di Mihail Sadoveanu e Liviu Rebreanu. È stato amico del grande storico Nicolae Iorga, che ha ritratto per sette volte e per il quale ha illustrato la copertina del volume «Ospiti romeni in Venezia (1570–1610). Una storia ch’è un romanzo ed un romanzo ch’è una storia» (Bucarest 1932). Bordenache andò a trovare il grande storico romeno anche proprio all’Istituto Romeno di Cultura di Venezia e a tale soggiorno veneziano si lega la realizzazione dell’opera esposta nell’ambito della presente mostra on-line. In questo dipinto l’artista raffigura Campo Santa Fosca, la piazzetta in cui si trova la statua dedicata al teologo veneziano Paolo Sarpi: il soggetto è colto dalla prospettiva di uno spettatore affacciato al balcone del piano nobile di Palazzo Correr, sede dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. La realizzazione del ritratto di re Carol II, nel 1936, rappresentò una delle cause che condussero alla carcerazione dell’artista, reputato vicino alla Casa Reale dalle autorità comuniste della Romania. Dopo due anni di prigionia politica (1948–1950), Aurel Bordenache tornò a Codlea, dove visse in un esilio autoimposto, mentre i suoi lavori non vennero accettati nelle esposizioni ufficiali. In generale, la sua opera venne ignorata dalla critica specialistica che seguiva le indicazioni culturali del regime totalitario comunista.
(scheda a cura di Andreea Pocol; traduzione italiana di Anita Paolicchi)