«Monumenta Cartographica Dacoromaniae – Le terre romene nella cartografia storica a stampa del Cinque–Settecento»: Nicolas Sanson e Giacomo Cantelli da Vignola

Nicolas Sanson d’Abbeville (1600–1667), Cours du Danube, depuis Belgrade jusques au Pont-Euxin, où sont, d’un costé, la Transilvanie, la Valaquie, la Moldavie, la Bessarabie, et de l’autre la Bulgarie, la Romanie, et partie de la Servie et de la Macédoine, tirée des diverses auteurs, in Idem, Cartes générales de toutes les parties du Monde, incisore ed editore: Pierre Mariette (1634–1716), Parigi 1665, cm 56x45, incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione privata.

Nicolas Sanson d’Abbeville (1600–1667), cartografo e geografo francese, è stato capostipite della più nota e attiva famiglia di cartografi della Francia del Sei–Settecento. L’atlante di Sanson, intitolato: «Cartes générales de toutes les parties du Monde», e dato alle stampe a Parigi nel 1658, in collaborazione con l’incisore e stampatore Pierre Mariette (1634–1716), venne pubblicato in diverse edizioni – 1670, 1674 – nella capitale del Regno di Francia e fu ritenuto la più importante produzione della cartografia francese del XVII secolo. Nato ad Abbeville, nella Piccardia, Sanson studiò al Collegio dei Gesuiti di Amiens. Ad appena 18 anni, disegnò una carta della Francia che attirò l’attenzione del cardinale di Richelieu. Nel 1627 fu nominato ingegnere e geografo della Piccardia, con responsabilità nella manutenzione e potenziamento dei sistemi difensivi della provincia settentrionale del Regno di Francia. Dal 1627 si dedicò costantemente alla cartografia, pubblicando nel 1632 la sua prima mappa importante: «Les Postes de France», presso l’editore e stampatore Melchiore Tavernier (1594–1665). Dopo aver pubblicato in proprio varie carte geografiche, si unì all’editore parigino Pierre Mariette, dando così inizio ad un lungo e proficuo sodalizio professionale, che vedrà Sanson come cartografo e Mariette come incisore. Nominato da re Luigi XIII di Borbone Consigliere di Stato, Nicolas Sanson fu cartografo e geografo della Corte francese e precettore di geografia di Luigi XIV. Sanson realizzò una grande varietà di mappe di diverse zone del mondo ed è considerato, avendo prodotto quasi 300 mappe, il più prolifico cartografo francese del Seicento. L’opera di Nicolas Sanson fu continuata dal nipote Pierre Duval (1619–1683) e dai figli Guglielmo (1633–1703) e Adriano (1639–1718), mentre il primogenito Nicola (1626–1648), promettente cartografo, già avviato a ricalcare le orme del padre, morì inaspettatamente in giovane età. Dai figli del fondatore, l’officina cartografica dei Sanson passò al nipote Pierre Moulard Sanson (?–1730), quindi le matrici in rame delle carte finirono nelle mani di Gilles Robert de Vaugondy (1688–1766) e dei figli e nipoti di Alexis–Hubert Jaillot (1632–1712). Nicolas Sanson fu tra i primi cartografi francesi ad applicare la trigonometria nelle misurazioni geodetiche, avviando nuove proiezioni geografiche con l’impiego di sistemi di misura indiretta, attraverso procedimenti trigonometrici che seguivano i metodi utilizzati sin dal 1617 dal matematico olandese Willebrord Snel van Royen (Willebrordus Snellius) (1580–1626). Il rilevamento geodetico–topografico basato sulla triangolazione dette, alle carte geografiche sansoniane, un aspetto sempre più preciso e accurato delle realtà territoriali in esse raffigurate.

La mappa esposta nella mostra on-line rappresenta il corso del Danubio da Belgrado fino allo sbocco nel Mar Nero. La carta include ad ovest il Principato di Transilvania e a nord–est la Podolia, appartenente al Regno di Polonia, mentre, nell’area balcanica, tocca il territorio dell’Albania ottomana e della Macedonia. Il cartografo raffigura, con particolare cura, il bacino idrografico del Danubio con numerose città e addirittura località rurali dell’area circumdanubiana. Il cartiglio è riccamente decorato con motivi floreali e vegetali e presenta una scena allegorica con due putti in sella ad altrettanti cavallucci marini che trainano un cocchio di conchiglia nel quale sono seduti altri tre putti, due dei quali coronati da una chioma di foglie. A tergo, testo in francese. I Principati di Valacchia e Moldavia sono rappresentati nella mappa in modo abbastanza accurato. Tuttavia il territorio della Moldavia, erroneamente, si estende molto all’interno dei confini del vicino Principato di Valacchia, quasi dimezzandone la superficie. Pur non essendo di grande rilevanza, dal punto di vista estetico, la carta del Danubio di Nicolas Sanson segna comunque un salto di qualità rispetto alle precedenti mappe di tradizione cinquecentesca, dando inizio ad un progressivo perfezionamento delle proiezioni geografiche basate su strumenti geodetici e topografici che portarono, nel XVIII secolo, all’emergere della cartografia razionale.


Giacomo Cantelli da Vignola (1643–1695), Descritione delli Principati della Moldavia e Valachia tolta da Giacomo Cantelli da Vignola, geografo del Serenissimo Duca di Modena & c, da un Esemplare trovato nel Gabinetto del Prencipe di Transilvania; data in luce da Gio‹vanni› Giac‹omo› de Rossi dalle sue stampe in Roma alla Pace con Priv‹ilegio› del S‹antissimo› P‹ontefice›, 1686, in Mercurio geografico ov‹v›ero Guida geografica in tutte le parti del Mondo conforme le tavole di Giacomo Cantelli da Vignola, vol. II, Roma 1692, cm 42x54, incisione in rame, carta, collezione privata.

Giacomo Cantelli nacque nel 1643 a Montorsello, presso Vignola, a una trentina di chilometri a sud di Modena. Studiò grammatica e letteratura, probabilmente prima a Modena, poi a Bologna, fino al 1669. Si trasferì a Venezia, città nella quale cominciò ad acquisire una certa notorietà come geografo, quindi a Parigi, dove ebbe l’opportunità di conoscere i cartografi e geografi Pierre Duval (1619–1683), Michel Antoine Baudrand (1633–1700) e Guglielmo Sanson (1633–1703), subendo l’influsso della scuola cartografica francese. Rientrato a Bologna, compì lunghi viaggi in Italia, e durante uno dei soggiorni a Roma incontrò il suo futuro editore, Giovanni Giacomo De Rossi (1627–1691). Con il De Rossi, Cantelli dette inizio ad un sodalizio personale e professionale che, dal 1672 in avanti, fruttò decine di mappe uscite dai torchi della nota stamperia romana: «All’insegna della Pace». A Roma produsse alcune carte geografiche della Terrasanta, del Regno di Persia, del Regno di Napoli, dell’Impero Ottomano, della Lombardia ecc., ed è in questi anni che cominciò ad affermarsi come cartografo, realizzando mappe che risentono l’influsso di Giovanni Antonio Magini e Nicolas Sanson. Dal 1680 al 1690, disegnò e fece incidere una trentina di carte geografiche, tra le quali, nel 1684, l’Ungheria orientale, il corso del Danubio e l’Ungheria occidentale; quindi, nel 1685, la Morea e il Peloponneso. Nello stesso anno, come riconoscimento della sua professionalità, venne nominato geografo di corte da Francesco II d’Este, duca di Modena e Reggio. Nel 1686 pubblicò le carte dei Principati di Valacchia, Moldavia e Transilvania, dell’Ungheria, della Confederazione Elvetica, del Ducato di Stiria, dell’Anatolia e dell’Asia Minore; e, tra il 1687 e il 1688, le mappe di vari Stati tedeschi, mentre nel 1689 quelle dell’Albania, della Bosnia e della Macedonia. Negli ultimi anni di vita, si dedicò alla realizzazione della carta della Spagna e di quelle dell’Italia settentrionale e del sud–est della Francia. Morì il 30 novembre 1695, a Modena (fonte: Cosimo C. Palagiano, Cantelli, Giacomo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 18, Roma 1975).

La prima edizione del «Mercurio geografico», uscita presso la stamperia «All’insegna della Pace» dei De Rossi, raccoglie 58 mappe che recano nei cartigli le date dal 1650 al 1691 e che furono realizzate da Nicolas Sanson, Michel Antoine Baudrand e Giacomo Cantelli. Il Cantelli firma quasi un terzo delle carte geografiche della prima edizione del «Mercurio geografico». La seconda edizione, apparsa nel 1692 in due volumi, raccoglie 88 mappe di Giacomo Cantelli, intagliate al bulino da Antonio Barbey e pubblicate da Domenico De Rossi (1647–1729), figlio ed erede dell’incisore e stampatore romano Giovanni Giacomo De Rossi. Le decorazioni delle carte geografiche di Cantelli presentano cartigli centrali o laterali riccamente elaborati. Le carte geografiche, incise in rame, hanno varie dimensioni e alcune sono in bella coloritura coeva.

La mappa presentata in questa mostra on-line raffigura la metà orientale del Principato di Valacchia, il territorio del vicino Principato di Moldavia, la foce del Danubio, la sponda sud–orientale del fiume, la Dobrugia, mentre, nella parte settentrionale, tocca la Podolia e l’Ucraina. Il cartiglio decorativo, situato in basso a destra, reca il titolo della mappa, Questo è sormontato dalla testa di un prigioniero ottomano e contornato da armi, trofei, stendardi, bandiere e altri orpelli da guerra. In alto a sinistra, un cartiglio barocco contiene la dedica del cartografo italiano, sormontata dallo stemma del dedicatario, ossia il cardinale Giovanni Francesco Albani (1649–1721), salito al soglio pontificio con il nome di Clemente XI (1700–1721). Sulla mappa sono raffigurate, con particolare cura, le suddivisioni amministrative, le città e le località rurali, le chiese e i monasteri, le foreste, le montagne e i vari affluenti del Danubio. Più riuscita esteticamente, rispetto alla «Cours du Danube» di Nicolas Sanson, la carta dei Principati di Valacchia e Moldavia di Giacomo Cantelli contiene però numerose imprecisioni ed errori, dal momento che scambia alcune terre della Valacchia con quelle della Moldavia ed estende in maniera esagerata, verso est, il territorio del Principato di Transilvania. Il Cantelli indica esplicitamente, come fonte della sua mappa, una carta geografica dell’Europa Orientale che si trovava ad Alba Iulia nel Palazzo del principe di Transilvania Gabriele Bethlen (1613–1629). Il cartografo italiano, pur avendo preso spunto da questa mappa transilvana, poi andata persa, si rifece, con grande probabilità e in modo più ampio, alle carte realizzate dai francesi Nicolas Sanson e Nicolas Berey (1610?–1665), come anche a quelle di Willem Janszoon Blaeu (1571–1638), Johannes Janssonius (1588–1664), Joan Blaeu (1596–1673) e Jakob von Sandrart (1630–1708).