«Monumenta Cartographica Dacoromaniae – Le terre romene nella cartografia storica a stampa del Cinque–Settecento»: Matthäus Seutter, Giovanni Pitteri e Giovanni Antonio Rizzi Zannoni

Matthäus Seutter (1678–1757), Novissima Tab‹ula› Danubii et praesertim Hungaria cum aliis adiacentib‹us› Regnis excusa et venalis exposita a Matthaeo Seuttero S. C. M. G. Aug. Vind., in Idem, Atlas minor praecipua Orbis Terrarum Imperia, Regna et Provincias, Germaniae Potissimum, tabellis 50 exacte declineatis sistens usui militiae ducum ac peregrinantium maxime accomodatus opera Matthaei Seutteri …, Augusta 1744, cm 22x33, incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione privata.

La «Novissima Tab‹ula› Danubii et praesertim Hungaria cum aliis adiacentib‹us› Regnis» è compilata da Matthäus Seutter da una simile mappa del corso del Danubio e dell’Europa Orientale di Johann Baptist Homann. Ulteriormente, questa mappa nella versione di Seutter è stata più volte ritoccata e pubblicata da diversi cartografi ed editori della seconda metà del Settecento. La carta di Seutter dell’area del Danubio e dei Balcani non ha precisione topografica ed è sintetica per quanto riguarda la toponomastica e l’idronimia, ma individua correttamente la Valacchia e la Moldavia come principati autonomi vassalli dell’Impero Ottomano, ciascuno all’interno dei suoi confini naturali, erroneamente delimitati sia da Homann sia da Seutter, mentre la Transilvania è raffigurata come una provincia dell’Impero Asburgico.

Matthäus Seutter (1678–1757) nacque ad Augusta, il 20 settembre 1678, figlio di un orafo attivo nella città della Baviera settentrionale. Fu uno dei più noti e prolifici cartografi tedeschi del Settecento. Si avvicinò al mondo dell’editoria cartografica verso la fine del XVIII secolo, trasferendosi a Norimberga per un periodo di apprendistato nelle tecniche incisorie presso il cartografo, editore e incisore Johann Baptist Homann (1664–1724), il quale nel 1702 aprì la propria bottega nella stessa città della Franconia bavarese. Dopo qualche anno, Seutter lasciò Norimberga e tornò ad Augusta, e fu assunto presso la stamperia dell’editore Jeremias Wolff (1663–1724). Deciso di mettersi in proprio, intorno al 1707 Seutter avviò la sua attività imprenditoriale di produzione di carte geografiche e di stampe. Le difficoltà iniziali furono superate grazie al suo impegno e alla sua capacità professionale di abile incisore, nonché alla variegata produzione di carte geografiche, piante topografiche e stampe varie che furono accolte bene dalla clientela. Le mappe di Matthäus Seutter sono nella maggior parte rielaborazioni compilative che prendono a piene mani dalle carte geografiche di alcuni tra i più noti cartografi dell’epoca, in primis dall’ex maestro Johann Baptist Homann, suo diretto concorrente sul mercato tedesco, ma anche dai geografi e cartografi francesi Nicolas Sanson (1600–1667), Alexis–Hubert Jaillot (1632–1712), Guillaume Delisle (1675–1726) e dalla scuola cartografica sei–settecentesca dei Paesi Bassi. La qualità estetica delle mappe di Seutter, adornate da cartigli barocchi riccamente decorati, con scene allegoriche artisticamente eseguite, coloritura ad acquerello attentamente compiuta, utilizzando colori vivi e sgargianti, fu la chiave del suo successo commerciale. Ricalcò le orme di Homannn, essendo insignito nel 1732, per volere dell’imperatore Carlo VI d’Asburgo, dal titolo di geografo imperiale («Sacrae Caesareae Maiestatis Geographus»), riconoscimento che Seutter vantò nelle sue mappe e più tardi, nel 1741, gli procurò la concessione di un privilegio di stampa imperiale limitato ad alcuni territori degli Stati germanici del Sacro Romano Impero. Nella sua attività di cartografo e produttore di stampe, Matthäus Seutter si avvalse della collaborazione dei propri familiari: i figli Georg Matthäus Seutter (1710–173?) e Albrecht Carl Seutter (1722–1762) e il genero Tobias Conrad Lotter (1717–1777), i quali, a volte assumendo anche gli incisori Andreas Silbereisen (1673–1766) e Matthäus Petter Läinpacher (?–?), eseguivano le incisioni sulle matrici in rame e ne curavano la stampa. L’elaborazione degli elementi decorativi veniva affidata ad alcuni apprezzati artisti augustani: Abraham Drentwett (1647–1727), Gottfried Rogg (1669–1742), Jacob Campo Weyerman (1677–1747), Martin Gottfried Crophius (1717–1765), Melchior Rhein (?–?). Nella bottega cartografica e stamperia di Seutter furono realizzate circa 400 incisioni su grandi matrici in rame e oltre 60 su matrici in rame di piccolo formato. Dopo aver stampato e messo in vendita mappe sciolte, immesse sul mercato insieme a varie stampe, Seutter raccolse le carte geografiche della sua bottega in alcuni Atlanti che si rivelarono un successo commerciale: l’«Atlas compendiosus» del 1720 conteneva 20 mappe; l’«Atlas Geographicus oder Accurate Vorstellung der ganzen Welt» del 1725 raccoglieva 46 mappe; il «Grosser Atlas» del 1734 contava 131 mappe; l’«Atlas Novus sive tabulae geographicae totius Orbis faciem» del 1740 puntava su una selezione di 49 mappe; l’«Atlas minor praecipua Orbis Terrarum» del 1744 raccoglieva 67 mappe (quattro non riportate nell’Indice).

Alla scomparsa di Matthäus Seutter, nel 1757, la bottega cartografica e stamperia passarono al figlio Albrecht Carl Seutter (1722–1762) e ai suoi soci e cognati, Tobias Conrad Lotter e Georg Balthasar Probst (1732–1801). Dopo la morte di Albrecht Carl Seutter, nel 1762, l’officina cartografica e stamperia Seutter fu interamente rilevata da Tobias Conrad Lotter e dall’editore Johann Michael Probst (1727–1776). I due soci, che erano entrati nel possesso delle matrici in rame originali di Matthäus Seutter, rimossero il nome del defunto cartografo e incisore augustano dalla maggior parte di esse e lo sostituirono con il proprio.


Marco Alvise Pitteri/Giovanni Marco Pitteri (1702–1786), Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736–1814), Principati di Moldavia e Vallachia tratti dalla carta dell’Impero Ottomano del sig. Rizzi Zannoni, in Atlante Novissimo illustrato ed accresciuto sulle osservazioni e scoperte fatte dai più celebri e più recenti geografi, incisore: Giuliano Zuliani (c. 1730–c. 1814); editore: Antonio Zatta (?–1797), vol. II, Venezia 1785, cm 32,3x41,5 cm, incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione privata.

Questa mappa dei «Principati di Moldavia e Vallachia» fu inizialmente pubblicata nel 1782, nella città marciana, dall’editore veneziano Antonio Zatta (?–1797), in un’edizione più austera, recando un cartiglio meno decorato e una coloritura appena accennata. La carta geografica uscita nel 1785 nel secondo tomo dell’«Atlante novissimo» dello stesso Zatta, è aggiornata per quanto riguarda la toponimia e l’idronimia, attingendo a fonti cartografiche viennesi/asburgiche. Nel 1789, la stessa carta geografica dei Principati Romeni fu stampata separatamente in una tiratura destinata alla vendita sul mercato librario nella Penisola italiana e altrove in Europa. La mappa fu disegnata da Marco Alvise Pitteri/Giovanni Marco Pitteri (1702–1786), che utilizzò la carta geografica della parte europea dell’Impero Ottomano realizzata dal cartografo padovano Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736–1814) sulla base delle misurazioni topografiche e dei calcoli geodetici effettuati dagli ingegneri militari austriaci – e probabilmente anche dei loro colleghi e alleati russi – durante le guerre contro la Porta. Rizzi Zannoni non fu coinvolto direttamente nella stesura della mappa, ma la corretta raffigurazione del territorio dei Principati Romeni è dovuta alla sua carta geografica. Molto probabilmente fu Antonio Zatta, in quanto cartografo di comprovata esperienza, colui che assistette Pitteri nel disegnare la mappa, incisa da Giuliano Zuliani (c. 1730–c. 1814) sulla matrice in rame utilizzata per la stampa di entrambe le edizioni. È una carta geografica particolarmente accurata, minuziosa nel rilevare toponimi e idronimi, e indica dettagliatamente le località rurali: i villaggi e perfino le frazioni. L’utilizzo dei dati tratti dai rilievi topografici effettuati sul campo dagli ingegneri dell’esercito imperiale consentì i notevoli progressi compiuti dalla cartografia scientifica fondata sulle tecniche più avanzate di misurazione e di rappresentazione del territorio. La carta geografica pubblicata da Zatta raffigura con un notevole grado di precisione lo spazio geografico e la realtà territoriale e, in particolare, la configurazione del territorio della Valacchia e della Moldavia entro i loro confini naturali. Così, insieme alle carte geografiche di Franz Johann Joseph von Reilly (1766–1820) e di Bartolomeo Borghi (1750–1821), la mappa di Zatta, Pitteri e indirettamente di Rizzi Zannoni è una delle prime carte scientifiche della cartografia commerciale occidentale del XVIII secolo che raffigurano le terre romene in modo distinto, dettagliato e preciso, grazie all’utilizzo dei più moderni mezzi tecnici dell’epoca.

Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736–1814) nacque a Padova nel 1736, figlio di Girolamo Rizi Zannoni e di Elena Marciori. Studiò presso l’Università di Padova, dal 1749 al 1751, dove fu allievo del matematico, fisico e ingegnere Giovanni Poleni (1683–1761), all’epoca docente di Astronomia all’Ateneo patavino. Viaggiò poi nell’Impero Ottomano e nella Russia, e nel 1753 si recò in Polonia, sull’invito del re Augusto III di Sassonia. A questo periodo risale la sua mappa della Polonia. Nel 1756, lasciò la Polonia e si trasferì in Svezia e Danimarca, dove condusse misurazioni geodetiche. In seguito entrò al servizio dell’Esercito prussiano e, durante la battaglia di Roßbach (5 novembre 1757) della Guerra dei Sette Anni, fu catturato e inviato in prigionia a Parigi. Risiedette nella capitale francese per oltre vent’anni e, dal 1772 al 1775, fu ingegnere idrografo presso il Dépôt des cartes et plans della Marina militare del Regno. Nel 1776, Rizzi Zannoni tornò a Padova con l’intenzione di elaborare una grande mappa d’Italia, ma dei 15 fogli che progettava pubblicò la sola «Carta di Padova con i suoi dintorni» (1780). Invitato a Napoli nel 1781 per compiere la revisione della mappa della città risalente al 1769, Rizzi Zannoni suggerì invece la realizzazione di una nuova e accurata mappa del Regno partenopeo, lavoro che durò tre decenni, portando alla stesura e alla pubblicazione, su ben 32 grandi fogli, dell’«Atlante Geografico del Regno di Napoli» completato nel 1812. Giovanni Antonio Rizzi Zannoni è autore di numerose carte geografiche realizzate con rigore scientifico, ricche di particolari, adatte alla conoscenza del territorio.

Antonio Zatta (?–1797) è stato un editore, incisore, cartografo e libraio veneziano attivo nella città lagunare nel periodo 1757–1797. Si ipotizza che nel 1752 aveva l’intenzione di trasferirsi a Rovereto, ma alcuni anni più tardi lo troviamo editore e libraio a Venezia, dove lavorò per la Compagnia di Gesù fino al 1773. Come incisore, eseguì un cospicuo numero di stampe contenenti elementi architettonici, attingendo alle incisioni di vari autori. In quanto cartografo, fu altrettanto produttivo, creando e compilando carte geografiche che raffigurano quasi tutte le terre all’epoca note. In tal senso, lavorò con i disegnatori e incisori Marco Alvise Pitteri/Giovanni Marco Pitteri (1702–1786), Pietro Antonio Novelli (1729–1804), Giuliano Zuliani (c. 1730–c. 1814), Giovanni Valerio Pasquali (?–1826?), e col suo fratello: Giacomo Zatta. La sua pubblicazione cartografica più importante è l’«Atlante Novissimo illustrato ed accresciuto sulle osservazioni e scoperte fatte dai più celebri e più recenti geografi», uscito in 4 volumi tra il 1775 e il 1785: il vol. I contiene 70 carte geografiche; il vol. II raccoglie 49 mappe; il vol. III conta 54 carte geografiche; il vol. IV ha 42 carte. Sono tutte carte geografiche su doppio foglio, con coloritura manuale ad acquerello dell’epoca, disegnate prevalentemente da Marco Alvise Pitteri/Giovanni Marco Pitteri e incise da Giuliano Zuliani. È apparso postumo, nel 1799, suo «Nuovo Atlante», dato alle stampe presso la bottega della famiglia, recando il nome del defunto in qualità di editore. Zatta fu editore di un’edizione settecentesca dell’«Orlando furioso» di Ludovico Ariosto, illustrata da Pietro Antonio Novelli con più di 1900 vignette (1772–1773), delle «Opere teatrali» di Carlo Goldoni (1707–1793), apparse in 44 volumi e illustrate con circa 400 vignette (1788–1795), delle «Opere» di Pietro Metastasio (1698–1782), pubblicate nel periodo 1781–1783, e del «Parnaso italiano» dato alle stampe in 56 volumi (1784–1791). Inoltre, Zatta ha pubblicato opere di alcuni rinomati compositori italiani dell’epoca: Arcangelo Corelli (1653–1713), Luigi Boccherini (1743–1805), Angelo Baldan (1747–1803), Luigi Borghi (1745–1806), Giovanni Battista Grazioli (1746–1820). Nel 1780, Antonio Zatta inserì i suoi figli nella gestione dell’attività produttiva della stamperia, cosicché, probabilmente nel 1796, Giovanni Zatta gli succedette alla guida della bottega.