Il cielo dell’acqua | artisti: Bogdana Contraș, Eugen Pană e Daniel Răgușitu | curatrice: Alexandra Crăciun

L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia organizza, in collaborazione con l’Unione degli Artisti Visivi di Romania e l’Università di Bucarest, tra il 30 giugno e il 5 luglio 2023, l’evento espositivo Il cielo dell’acqua, con gli artisti Bogdana Contraș, Eugen Pană e Daniel Răgușitu, a cura di Alexandra Crăciun.

Inaugurazione: venerdì, 30 giugno 2023, ore 17:00.

Orario di apertura: 16:00–21:00.

Ingresso libero.


“Una potente goccia d’acqua è sufficiente per creare un mondo e per far sciogliere la notte”, ci faceva notare Gaston Bachelard nel suo volume “L’acqua e i sogni”, collocando l’immaginario dell’acqua nello spettro di due complessi: Il Complesso di Caronte e il Complesso di Ofelia.

Questi due complessi della morte e implicitamente al passaggio verso un “al di là“ – impossibile a decifrare – vengono paragonati con le morfologie dell’acqua con le sue alte e basse maree simili al destino umano: “Sparire in un’acqua profonda o in un orizzonte lontano, identificandoti con la profondità oppure con l’infinito, ecco il destino umano che trova la sua immagine nel destino dell’acqua”.

Se proiettiamo in un orizzonte artistico la poetica di Gaston Bachelard, “Il cielo dell’acqua” si costruisce su un’interrogazione fondamentale: “Esiste una forma di trascendenza dell’acqua, un cielo degli specchi trasparente, acquatico che possa riflettere il nadir delle onde nello zenit”?

I quadri / lavori degli artisti Daniel Răguşitu, Bogdana Contraş e Eugen Pană rappresentano tre possibili forme di una risposta.

Lo spazio denso, colorato, l’aria solidificata nel verde, blu oppure arancione è, nella visione dell’artista Daniel Răguşitu una forma del “cielo onda”. Egli scioglie in maniera astratta delle sagome, isole di luce bizantina, aurifera, angeli acquatici e le conchiglie di gasteropodi nella marea delle finestre attraverso le quali le acque di luce sembrano sorgere incessantemente.

“Il cielo dell’acqua” per Daniel Răguşitu è in uguale misura aurora e crepuscolo. Ossessionato da qualche pensiero, l’aria liquida prende la forma ondeggiante di una linea curva, mentre degli arcangeli di luce si innalzano sopra i confini del mondo, con corpi di nimbo (di nuvola).

L’artista Bogdana Contraş disegna il volo senza l’ombra. Acqua o nuvola, zenit o nadir, pietra o linfa, tutte le forme del mondo sono descritte con la precauzione di un tremito metafisico, in una sintassi in cui il mondo sembra appoggiarsi sulla levitazione diafana del fiocco di neve intrappolato sotto i bordi di uno strano (bizzarro) tetraedro.

In una simile luce, invece, sotto la falda acquifera del mondo, avviene un paradosso : La consistenza (il corpo) delle cose diventa proiezione, come nella grotta di Platone in cui ogni oggetto sembra arrivare da un altro mondo. E allora la ninfea sorge dal cielo, gli alberi dalla pietra del ponte o dal mare.

Per Eugen Pană, il vitraglio è un sipario colorato gettato sopra al mondo. I pezzi di vetro che compongono i suoi vitragli hanno le impronte dei suoi pensieri. Le cornici in legno stringono il vitraglio simile alla terra che raccoglie il mulinello di un fiume.

“Il cielo dell’acqua“ di Eugen Pană è a volte cieco, a volte aperto come una rivelazione, inondato di colore che evoca la vibrazione del mondo.

I vitragli fanno quindi un doppio gioco strabiliante, scioccante.

A differenza dell’acqua essi non possono essere mai specchi. Sono strade, viaggi di colore senza restituire mai lo stesso volto. Dunque nell’opera di Eugen Pană l’acqua si trasforma in un cielo verticale.