Convegno internazionale «Avram Iancu e la Rivoluzione del 1848–1849 in Transilvania nell’ambito dei moti rivoluzionari europei», Sala Conferenze dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, 8–9 ottobre 2024
Nell’ambito delle iniziative convegnistiche promosse in occasione del bicentenario della nascita di Avram Iancu (1824–1872), il rivoluzionario che guidò nel 1848–1849 i moti di liberazione ed emancipazione sociale dei romeni della Transilvania, l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, l’Istituto di Storia «George Bariţiu» di Cluj-Napoca dell’Accademia Romena, il Centro di Studi Interdisciplinari «Silviu Dragomir» di Oradea dell’Accademia Romena, il Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, la Facoltà di Storia e Filosofia dell’Università «Babeş–Bolyai» di Cluj-Napoca e l’Associazione Italiana di Studi del Sud–Est Europeo organizzano il Convegno internazionale «Avram Iancu e la Rivoluzione del 1848–1849 in Transilvania nell’ambito dei moti rivoluzionari europei», che si terrà a Venezia, presso l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica, nella Sala Conferenze di Palazzo Correr, Cannaregio 2214, martedì 8 ottobre e mercoledì 9 ottobre 2024. Autorevoli studiosi e docenti universitari esamineranno il ruolo svolto da Avram Iancu nella Rivoluzione del 1848 e nell’ambito del movimento nazionale dei romeni di Transilvania, nel contesto più ampio dell’anno rivoluzionario 1848 nell’Europa orientale e nella Penisola italiana. Così, la Rivoluzione del 1848–1849 in Transilvania verrà collocata e analizzata in un ampio quadro europeo, in quanto parte effettiva della «primavera dei popoli». Inoltre, i relatori esamineranno e discuteranno le trasformazioni apportate nelle società europee dagli ideali rivoluzionari e le loro conseguenze nel processo di emancipazione politica e sociale dei popoli.
Avram Iancu, giovane ventiquattrenne avvocato impiegato presso la Corte d’Appello della Transilvania con sede a Târgu Mureş, ebbe un ruolo particolarmente rilevante nella Rivoluzione del 1848–1849 in Transilvania, sia come esponente politico di spicco sia in veste di comandante militare. Insieme ad Andrei Şaguna, Simion Bărnuţiu, George Bariţiu, Timotei Cipariu e altri, Avram Iancu prese attivamente parte all’organizzazione dell’Assemblea nazionale di Blaj del 3/15 maggio 1848, durante la quale i romeni chiesero di essere riconosciuti come nazione distinta e di poter avere una adeguata rappresentanza nella Dieta ungherese, l’abolizione della servitù della gleba senza alcun indennizzo, la fondazione capillare di scuole con insegnamento in lingua romena, l’uso della lingua romena nella pubblica amministrazione e la concessione delle stesse libertà politiche delle altre nazioni della Transilvania. Il rifiuto dei rivoluzionari ungheresi, guidati da Lajos Kossuth, di accogliere le richieste dei romeni e la proclamazione da parte della Dieta di Cluj, il 29 maggio 1848, dell’unione della Transilvania con l’Ungheria, ignorando apertamente la contrarietà dei rappresentanti della maggioranza della popolazione romena, incrinarono irrimediabilmente i rapporti tra i romeni e gli ungheresi della Transilvania. Avram Iancu e i romeni che aveva mobilitato sostennero Vienna contro il Governo rivoluzionario ungherese, mentre la corona asburgica promise ai romeni della Transilvania il riconoscimento come nazione politica, quindi pari diritti con le altre nazionalità del principato. Così, tra il 1848 e il 1849, il territorio della Transilvania divenne campo di battaglia degli scontri tra gli eserciti austriaci e i loro alleati romeni, da una parte, e le truppe rivoluzionarie ungheresi, dall’altra. «Analizzando la vita di Avram Iancu, alla luce delle testimonianze coeve e di fonti variegate, la critica storica non può che confermare la sua granitica volontà di assicurare i diritti della nazione romena e il suo incrollabile amore per la gente delle aree più povere delle montagne della Transilvania. Egli è stato il più importante esponente della rivoluzione romena e un vero eroe del popolo, le cui virtù ha fatto risplendere nei secoli come esempio vivente per le future generazioni di patrioti e come fonte di orgoglio nazionale» (Silviu Dragomir, Avram Iancu – una vita da eroe).