Mostra di pittura Felicia Ionescu: “Alites / Uccelli canori”

Lunedì 10 febbraio 2020, alle ore 17.30, sarà inaugurata presso la Piccola Galleria dell’Istituto romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia (Palazzo Correr / Campo Santa Fosca /Cannaregio 2214 / Venezia) la mostra di pittura Alites – Uccelli canori di Felicia Ionescu (n. 1979). L’artista ha studiato pittura presso l’Università Nazionale d’Arte di Bucarest e dal 2002 è docente dello stesso Ateneo, detto UNARTE. Da multi anni affronta le problematiche connesse al simbolismo lirico delle immagini. Il ciclo che sarà presentato nella mostra di Venezia è il risultato dell’esame critico dell’esperienza plurisecolare dei pittori e dei grafici, che su vari meridiani si sono concentrati sull’affascinante tema del messaggio visivo generato dal modo in cui viene rappresentato il volo degli uccelli. Innamorati della bellezza dei volatili, numerosi artisti hanno tentato di suggerire, attraverso le loro immagini, il fascino esercitato sui sensi dello spettatore dai messaggi provenienti da un mondo mirifico, puro, tranquillo, quello dello spazio infinito popolato da esseri alati misteriosi. Alcune composizioni dell’artista presentano delle affinità con l’interpretazione del mondo dell’aria nelle stampe giapponesi dei secoli XVIII-XIX, diventate fonte d’ispirazione per importanti pittori moderni europei.

I volatili di Felicia Ionescu sono una variante originale delle metafore raffigurate nei dipinti dei pittori che hanno tentato di attribuire un ritmo quasi musicale al volo in uno spazio armonico, reso più amichevole e nobile dal ritmo maestoso del movimento delle ali. Di cui il titolo: Alites.

Nella Roma antica esistevano, ancora prima dalla fondazione della Repubblica, le figure carismatiche degli auguri, esseri umani in grado di entrare in sintonia con il mondo circostante e di capire che si può “fare” in quel mondo senza che altre presenze nei dintorni possano opporsi al soggetto intenzionato e impegnato a fare, operare, vivere.

L’idea della pittrice sarebbe stata dunque quella di far identificare lo spettatore con quell’antico interprete dei suoni e dei voli degli uccelli, in cui si potevano intravedere possibili evoluzioni favorevoli o poco favorevoli per un individuo, oppure per un gruppo umano.

Flautisti accompagnavano con le loro melodie la “lettura” del destino fatta dagli auguri nel tempo delle cerimonie divinatorie. Il soggetto iconografico dell’uccello di buon augurio o del malaugurio in sintonia con l’intelligenza umana è presente, d’altronde, in tutte le culture figurative europee. Numerosi pittori si sono concentrati sull’immagine degli esseri alati che hanno una simbologia propria nell’immaginario popolare. Universalmente nota è l’immagine della colomba dipinta da Picasso: ha assunto il ruolo di simbolo universale della Pace. Nella cultura figurativa romena recente eccezionali immagini di colombe bianche, inquadrate in contesti visivi diversi, sono state realizzate da Mihu Vulcanescu (1937-1994), artista noto in Italia, sua seconda patria, in cui si è anche spento.

Le composizioni della signora Felicia Ionescu presentate nell’ambito della rassegna tengono in debito conto le esperienze artistiche che hanno segnato la storia delle arti visive e riprendono in maniera creativa la simbolistica degli uccelli benefici. I colombi diventano personaggi misteriosi del viaggio in uno spazio percepito come amichevole grazie alla presenza degli esseri alati in viaggio nell’immensità dei cieli. Le stesse composizioni hanno la raffinatezza delle pitture di paesaggio cinesi della dinastia Quing: ispirano sicurezza e tranquillità, incitano a fraternizzare con le ali tese nell’immensità del paesaggio celeste.

Felicia Ionescu ha, malgrado la sua ancora giovane età, un’esperienza artistica ricca. Tra 2003 e 2019 ha partecipato a numerose mostre collettive in Romania e all’estero (Germania, Grecia, Bulgaria, Slovacchia, Serbia, ecc.). In Italia ha esposto nel 2007, a Torino. In Romania ha avuto più mostre personali tra 2002-2019, tra le quali si distinguono quelle del Centro delle Arte Visive, di Bucarest, nel 2011 (Rota Fortuna) e quella del Museo del Contadino Romeno, nel 2016 (Fragile – pittura e disegno).