Ştefan Popescu (1872–1948), Tramonto a Chioggia (I), olio su tela, cm 49,5x65, firma e data in basso a sinistra: «Şt. Popescu, [19]23», collezione privata (Romania).
Ştefan Popescu (1872–1948), Tramonto a Chioggia (II), olio su tela, cm 50x64, firma e data in basso a destra: «Şt. Popescu, [19]24», collezione privata (Romania).
Ştefan Popescu (1872, Finţeşti, distretto di Buzău–1948, Bucarest) ha studiato pittura e disegno presso l’Akademie der Bildenden Künste di Monaco di Baviera, sotto la guida del grande pittore greco Nikolaos Gysis (1842–1901), e all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi, con il pittore simbolista Eugène Anatole Carrière (1849–1906) e con il versatile pittore, acquerellista e litografo Lucien Simon (1861–1945). Popescu è stato tra i membri fondatori della Società dei giovani artisti romeni «Tinerimea Artistică»; inoltre, è uno dei 36 pittori romeni che vennero scelti per rappresentare la Romania alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1924: in tale occasione, il pittore espose alcuni paesaggi danubiani e un’opera intitolata «La Balcic» [«A Balcic»]. La sezione dedicata alla Romania venne organizzata in due sale del Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale. Il Commissario generale italiano era Gian Battista Bombardella, mentre il coordinamento nazionale romeno venne affidato al pittore Arthur Verona e al professor Ioan D. Ştefănescu (1886–1981), Ruxandra Juvara–Minea e Daria Ghiu, che hanno scritto sulla partecipazione della Romania alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia, ricordano nei loro studi un articolo di presentazione intitolato «L’arte romena all’Esposizione internazionale di Venezia», firmato proprio da Ştefan Popescu e pubblicato dalla rivista «Gîndirea», III, n. 16, 1924, che appariva a Cluj. Successivamente troviamo Ştefan Popescu anche in altre edizioni della Biennale, rispettivamente nel 1938 e nel 1942. Importante è stata la sua partecipazione, con numerosi paesaggi romeni e stranieri, alla XXI edizione (1938), in cui ha esposto nel Padiglione Romeno opere di grande pregio, assieme al noto pittore Gheorghe Petraşcu (1872–1949).
(scheda a cura di Angelica Iacob; traduzione italiana di Anita Paolicchi)
Marius Bunescu (1881–1971), Barche a Chioggia, olio su cartoncino, cm 24,5x31, firma e data in basso a sinistra: «Bunescu, 1929», collezione privata (Romania).
Marius Bunescu (1881, Caracal–1971, Bucarest) ha contribuito in maniera determinante alla vita artistica romena, sia con la sua produzione pittorica e grafica, sia in ambito amministrativo, come fondatore e direttore di alcuni musei e gallerie bucarestine. Per i primi vent’anni della sua vita Bunescu non ha contatti con la pittura. Soltanto fra il 1904 e il 1906, a Constanţa, riceve le prime lezioni di pittura e disegno da Dimitrie Hârlescu (1872–1923), il quale segna definitivamente il suo destino artistico, convincendolo che il talento di cui è dotato non può essere valorizzato senza un lavoro costante, ben organizzato e svolto sotto la guida di professionisti. Hârlescu lo indirizza in Germania per approfondire gli studi, e così nel 1906 Marius Bunescu si iscrive ai corsi della Reale Accademia di Belle Arti di Monaco di Baviera. Il suo debutto avviene nel 1911, al Salone Ufficiale di Bucarest, con cinque lavori, mentre la prima esposizione personale venne inaugurata nel 1919 alla Libreria Minerva. Un anno più tardi inizia la sua lunga carriera amministrativa ricevendo la direzione del Museo «Anastase Simu» e, successivamente, dopo la morte del collezionista, della Casa Memoriale Simu. Nel 1921, Marius Bunescu partecipa alla creazione del Sindacato delle Belle Arti, venendo scelto come segretario, e ricoprendone poi, dal 1923 al 1927, la presidenza. Il periodo interbellico è quello in cui registra i risultati più notevoli e coincide con la fase in cui raggiunge la maturità artistica, esponendo in una serie di mostre personali accolte con entusiasmo dalla critica e con notevole interesse dal mondo dei collezionisti. Nel 1937 redige il «Catalogo del Museo Simu», nel 1938 vince il Premio Nazionale di pittura, e nel 1940 viene decorato cavaliere di prima classe dell’Ordine al Merito Culturale. Durante la guerra è direttore del Museo «Anastase Simu» e direttore delegato alle Arti nella struttura governativa che si occupava della cultura in Romania. Negli anni dopo il 1947, Bunescu continua il percorso precedentemente iniziato, senza modificare il proprio stile per adattarsi alle nuove condizioni ideologiche imposte alle arti dal regime dittatoriale comunista. Dopo il 1949 prende la guida della Pinacoteca Nazionale del Museo d’Arte della Repubblica Popolare Romena, mentre un anno più tardi si occupa dell’allestimento della Galleria Nazionale. Nel 1953 gli viene conferito il titolo di «Artista Emerito». Nel 1961, a ottant’anni, viene insignito del titolo di «Maestro Emerito delle Arti». Infine, pochi anni dopo, nel 1966, riceve la più alta riconoscenza ufficiale del tempo: il titolo di «Artista del Popolo». Marius Bunescu è stato uno dei pittori che furono scelti dal commissario per la partecipazione della Romania alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia per rappresentare l’arte romena alle edizioni del 1924, 1942 e 1954 della famosa esposizione internazionale d’arte contemporanea. Nella pittura romena, il nome di Bunescu è legato in particolar modo all’evoluzione della tematica paesaggistica. Calmi ed equilibrati, i paesaggi di Bunescu suscitano nello spettatore una sensazione di fermezza e stabilità, diffusa su ognuno dei luoghi osservati dall’artista, sia nella terra natia che altrove. I suoi dipinti, particolarmente variegati, in cui il mare e il litorale sono sempre presenti, sono conservati sia in collezioni pubbliche sia in collezioni private.
(scheda a cura di Marcela Gavrilă; traduzione italiana di Anita Paolicchi)