"Freising Sings": la mostra di Lea Rasovszky della serie "Young Romanian Art" nell'ambito della residenza IRCCU Venezia durante la Biennale d'Arte
Mercoledì, 12 agosto 2009, ore 16,00, nella Nuova Galleria dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica è stata inaugurata la quinta mostra della serie "Young Romanian Art", il progetto curatoriale firmato da Mircea Nicolae, vincitore della residenza durante la Biennale d'Arte di Venezia.
La mostra intitolata "Freising Sings" appartiene a Lea Rasovszky che confessa:
"Con questi disegni cerco di descrivere un quadro, una sorta di auto-spiegazione per il contesto in cui mi trovo. Non voglio soffermarmi sulle grandi o piccole differenze tra gli strati profondi che costituiscono lo "specifico" romeno o tedesco. Non sono particolarmente interessata alla qualità delle differenze alle conclusioni positive o negative. La cosa più importante è il cambiamento stesso, l'adattamento. Lo spirito prende forma nello stesso tempo con l'ambiente. Cresce insieme con l'erba intorno alla casa e affonda nel pattern o insieme con la formazione degli anelli degli alberi nella foresta di fronte.
Qui è tutto legno, retto da forti viti metalliche. La cortesia è la vite meccanica che stringe in modo impeccabile le complesse e viscerali strutture lignee. Fette di muschio fibroso, con grandi distanze tra i due versanti dello spirito colerico, tra il melanconico e lo sanguigno. Sembra che questa discrepanza stia alla base del destino tedesco, di quel destino che sarà per sempre tabù.
Le disparità tra le valenze emotive portano ad una forma di isteria. Il più probabile scoppia nel sogno, là dove è come l'effetto di un urlo a pieni polmoni nel cuscino. E' soppresso, ma c'è. I polmoni si svuotano, si spremono con ritmi spasmodici e violenti dentro all'interno morbido, fatto a posta per il sonno. Così è lo spirito tedesco. Il guscio di sonno copre sempre una lumaca. Lo spirito si sprigiona in modo vitale nel sogno. In sogni strani e inspiegabili i quali sia sono dimenticati dopo un prio sguardo naturale dalla finestra, sia permangono, diventando i piccoli tormenti della giornata.
Non se ne discute. Cosa se ne potrebbe dire?
I sogni sono complessi, sono vere e proprie persone, sono pesanti e acquosi oppure secchi e polverosi, ti rimangono sotto la lingua e sui polpastrelli delle dita molto tempo dopo il risveglio. Trattano di regni. Regni animali di tipo parente di sangue, in cui senti una specie di arrossamento in vari luoghi perché vedi i tuoi progenitori e i vicini di casa, la gente comune, nella loro forma sciamanica, pura, genuina, disinvolta come nell'infanzia, di cui nemmeno loro sono consapevoli..
Non sono dei bei sogni. Né sono non-belli.
Tirano fuori quel bizzarro mai detto e lo lasciano sprofondare in una riva surreale. L'uomo con le corna di cervo, l'uomo nella gabbia, il figlio-corvo. Proiezioni del subconscio su un terreno tranquillo in attesa di essere perturbato per continuare ad essere tranquillo, dopo il culmine.
Gunther, Carl, Matthias, Christian, Hans, Friedrich, Adalbrecht, Bruno, Dieter, Dietmar, Ekhard, Franz, Gomeric, Haimo, Horst, Martin, Owe, Wilhelm, Wolfgang. Nomi con risonanza di fibra di legno. Non cristallizzata, grezza e rozza. Questa sarebbe l'essenza. Dubito che il resto conti. In realtà, sì, conta nella misura in cui l'involucro conta sempre."
"Young Romanian Art" rappresenta una parte del progetto di residenza di Mircea Nicolae, organizzatore e curatore delle 14 mostre ospitate dalla Nuova Galleria dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel periodo luglio-ottobre 2009. Questa serie delle mostre, di cui rimane aperta per una settimana, desidera promuovere l'arte giovane romena durante l'attuale edizione della Biennale d'Arte di Venezia. Per ulteriori informazioni, siete pregati di visitare il sito http://young-romanian-art.blogspot.com/.