«Venezia e la sua laguna: lo sguardo degli artisti romeni del lungo Novecento»: Eustaţiu Stoenescu, Nicolae Dărăscu

Eustaţiu Stoenescu (1884–1957), San Marco, olio su cartoncino, cm 50x38, N. inv. 640, firma in basso a destra: «E. Stoenescu», senza data [risalente alla prima metà del Novecento], collezione del Museo della Regione delle Porte di Ferro di Drobeta–Turnu Severin (Romania).

Eustaţiu Ion Mihai Stoenescu (14 maggio 1884, Craiova–13 settembre 1957, New York), nacque a Craiova, il 14 maggio 1884, da una famiglia di facoltosi possidenti e imprenditori agricoli, Grigore e Matilda Stoenescu, discendenti dall’antica nobiltà valacca. Eustaţiu Stoenescu iniziò giovanissimo a interessarsi all’arte, e appena quindicenne ebbe l’occasione di incontrare e seguire al lavoro il pittore e scultore francese Antoine Victor Léopold Durand Durangel (1828–1898), al quale venne commissionata l’esecuzione del ritratto di Matilda Stoenescu. Tra il 1890 e il 1900, Eustaţiu Stoenescu frequentò le scuole secondarie di primo e di secondo grado nella città natia, diplomandosi presso il rinomato Liceo «Carlo I». Trascorreva le ferie estive nella tenuta di famiglia di Brădeşti, nel Distretto di Dolj, dedicandosi alla pittura paesaggistica. Nel 1897, da adolescente appassionato di pittura, vide all’Ateneo Romeno di Bucarest la grande mostra retrospettiva di Nicolae Grigorescu (1838–1907), all’epoca il più importante e influente pittore romeno, e ne rimase profondamente colpito. Agli inizi del Novecento, insieme all’amico e futuro grande diplomatico Nicolae Titulescu (1882–1941), che si recava a Parigi con l’intenzione di conseguire la Laurea in Giurisprudenza, Eustaţiu Stoenescu si trasferì nella capitale francese per studiare pittura presso l’Accademia Julian. Dal 1902 frequentò anche l’École nationale supérieure des beaux-arts, diventando allievo del pittore e scultore accademista Jean–Paul Laurens (1838–1921). Stoenescu lavorò nello studio del suo maestro fino al 1911 e vi incontrò e frequentò una nutrita cerchia di artisti di notevole talento, alcuni dei quali destinati ad un grande successo, altri ad una carriera più effimera: i suoi connazionali Jean Alexandru Steriadi (1880–1956), Nicolae Dărăscu (1883–1959), Samuel Mützner (1884–1959) e Camil Ressu (1880–1962); i francesi Louis–François Biloul (1874–1947), Valdo Louis Barbey (1880–1964), André Dunoyer de Segonzac (1884–1974), e altri ancora. Presso lo studio di Laurens al «Dépôt des marbres», Stoenescu conobbe e frequentò il famoso scultore Auguste Rodin (1840–1917) e suo assistente, Émile Antoine Bordelles (1861–1929). Pur eccellendo nel genere ritrattistico, Stoenescu valorizzò anche il suo particolare talento nella pittura di paesaggio, dimostrandosi un pittore versatile, in grado di affrontare molteplici aree tematiche: scene di genere, nature morte, ecc. Siccome non aveva bisogno di vendere quadri per vivere, in quanto benestante e di buona famiglia, Eustaţiu Stoenescu si inserì con gusto nei salotti dell’alta borghesia romena e frequentò i circoli politici più influenti, facendosi notare per eleganza e distinzione.

Il debutto artistico di Eustaţiu Stoenescu avvenne nel periodo parigino, nel 1905, quando presentò un dipinto al Salone annuale della Société des artistes français, esposizione che si svolgeva al Grand Palais des Champs-Elysées. Nello stesso anno una sua opera veniva accolta nella mostra collettiva organizzata a Craiova dalla Società Artistica «Theodor Aman». A Parigi espose con regolare cadenza nei tre decenni successivi, conseguendo alcuni rilevanti premi e riconoscimenti e riscuotendo l’apprezzamento dell’esigente critica francese. Nel 1936, a 52 anni, Eustaţiu Stoenescu divenne professore di ruolo di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Bucarest, assumendone la direzione come Rettore tra il 1941 e il 1944. Con l’avvento in Romania del regime dittatoriale comunista di stampo staliniano, Stoenescu espatriò in Francia nel 1948; quindi emigrò negli Stati Uniti d’America, stabilendosi a New York, dove spirò il 13 settembre 1957. Nel periodo del sofferto autoesilio, Eustaţiu Stoenescu si recò per soggiorni di lavoro ed espose le sue opere in Egitto, Francia, Gran Bretagna, Paesi Bassi, Siria, Svizzera, Stati Uniti.

Mostre personali in Romania: Ateneo Romeno di Bucarest (1922); Craiova (1923); Sala «Ileana» di Bucarest (1927). Mostre personali all’estero: Galleria «Bernheim–Jeune» di Parigi (1921); Galleria «Jean Charpentier» di Parigi (1926); Galleria «Durand–Ruel» e Galleria «Marie Sterner» di New York (1930); The Art Institute of Chicago (1930); The Cleveland Museum of Art (1930); Legion of Honor Fine Arts Museum di San Francisco (1930); gallerie d’arte di Zurigo, Basilea e Ginevra (1938), ecc.

Presenze in mostre collettive in Romania: membro dell’associazione romena dei giovani artisti «Tinerimea Artistică», partecipò alle mostre collettive del gruppo nel 1906, 1915, 1916, 1928, 1940; inoltre, espose i suoi dipinti alle esposizioni collettive del Circolo artistico di Craiova (1926 e 1927), al Salone Ufficiale d’Arte di Bucarest (1942–1945) e alle successive sei mostre dell’Associazione «Arte» di Bucarest (1937–1947). Presenze in mostre collettive all’estero: Salone annuale della Société des artistes français presso il Grand Palais des Champs-Elysées (1905–1916, 1922, 1925, 1928, 1931–1932, 1940); Salone autunnale di Parigi (1916); Anversa (1922); Biennale Internazionale d’Arte di Venezia (1924, 1928, 1938); Exhibition des Arts Décoratives presso la Galleria «Jeu de Paume» di Parigi (1925); The Pittsburgh International Exhibition of Contemporary Painting and Sculpture (1925), ecc.

Premi e riconoscimenti: Medaglia d’Oro all’Esposizione nazionale di Bucarest del Regno di Romania (1906); Menzione d’onore (1911) e Medaglia d’Argento (1914) al Salone annuale della Société des artistes français di Parigi; Medaglia di 1a classe al Salone annuale dei giovani artisti «Tinerimea Artistică» di Bucarest (1915); «Grand Prix» all’Esposizione Universale di Parigi (1937); Premio nazionale per la pittura al Salone Ufficiale d’Arte di Bucarest (1942).

(scheda a cura di Cristian Luca)


Nicolae Dărăscu (1883–1959), Basilica Santa Maria della Salute e Punta della Dogana, olio su tela, cm 65x80,5, firma in basso a destra: «N. Dărăscu», senza data [anni ‘20–‘30 del Novecento], collezione privata (Romania).

Nicolae Dărăscu (1883, Giurgiu–1959, Bucarest) fu uno dei più importanti pittori romeni del Novecento: artista rappresentativo della scuola nazionale di pittura che lui stesso contribuì a plasmare, in un clima culturale, fecondo e aperto a nuove idee, che segnò un salto di qualità delle arti visive in Romania nei primi decenni del XX secolo. Paesaggista per antonomasia, Dărăscu subì, durante il periodo di formazione e nei successivi soggiorni di lavoro in Francia, l’influsso degli ambienti impressionisti e di artisti neoimpressionisti, diventando uno dei migliori esponenti di queste correnti artistiche nella Romania del primo dopoguerra. Nicolae Dărăscu ha studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, tra il 1902 e il 1906, sotto la guida del pittore accademista George Demetrescu Mirea (1852–1934). Conseguita la Laurea in Pittura, Dărăscu ottenne una borsa di studio per perfezionarsi presso l’Accademia Julian di Parigi, che egli desiderava frequentare, da una parte, perché spinto dall’ammirazione per gli artisti Nicolae Grigorescu (1838–1907) e Ştefan Luchian (1868–1916), entrambi formatisi in questa celebre istituzione privata, dall’altra perché condivideva con i neoimpressionisti non poche concezioni estetiche. All’epoca, infatti, Dărăscu era alla ricerca di una propria identità artistica, diversa da quella proposta in Romania da una creatività ancora legata alla tradizione dell’accademismo. Nel periodo parigino, Dărăscu studiò e lavorò dapprima all’Accademia Julian, sotto la guida di Jean–Paul Laurens (1838–1921), negli anni 1906–1907, quindi passò alla École des Beaux-Arts, studiando con Luc–Olivier Merson (1846–1920). Viaggiatore instancabile, che prediligeva la tecnica pittorica «en plein air», visse e lavorò nella Francia meridionale, a Tolone e a Saint-Tropez (1908), poi si trasferì a Venezia (1909) e da qui nelle verdeggianti campagne romene, disseminate di casali, frutteti, pascoli e tenute agricole; infine raggiunse il litorale del Mar Nero, in particolare Mangalia e Balcic, nella Dobrugia meridionale (1919). Rimase, comunque, fortemente legato agli ambienti artistici occidentali anche dopo il ritorno in patria, continuando ad ampliare i suoi orizzonti nella ricerca di nuove forme di espressione artistica. Dărăscu divenne uno dei paesaggisti maggiori e più originali, incisivi e dinamici, della scuola romena di pittura del primo Novecento, attestandosi tra i protagonisti dell’arte romena del primo dopoguerra. I primi tre decenni del Novecento furono probabilmente il periodo di maggior fermento dell’arte romena, di pari passo con il processo di modernizzazione della cultura e della società della Romania. Per la forza espressiva e la vitalità cromatica della sua opera, Dărăscu interpretò il genere del paesaggio secondo chiavi di lettura prevalentemente neoimpressioniste.

Nei dipinti di Nicolae Dărăscu, il rapporto tra luce e colore si coniuga con la sensibilità che l’artista dimostra per il frenetico ritmo della vita quotidiana. Questa sensibilità è facilmente percepibile nelle tele che raffigurano paesaggi delle città portuali europee, nelle quali Dărăscu si trovò spesso a suo agio nel dipingere «en plein air» da varie angolature, impiegando una cromatica piuttosto costante: tonalità di blu, verde, rosso, giallo e a volte anche di indaco, bianco e nero. Pur eccellendo nei paesaggi marini e mediterranei, Dărăscu era affascinato dai giochi di luce che modulano il paesaggio rurale romeno, soprattutto nelle aree collinari, dove la linea dell’orizzonte si confonde con l’ondulato profilo delle alture pedemontane, ricoperte di pascoli e boschi di latifoglie. Quando l’artista si dedica invece al paesaggio urbano, è la città di Venezia ad assumere per lui un ruolo determinante. A Venezia Dărăscu tornò ogni volta che ne ebbe l’occasione. Vi soggiornò per un anno, tra il 1915 e il 1916, rientrando a Bucarest poco prima dell’ingresso della Romania nella Grande Guerra. Tornò poi con regolarità nella città marciana durante il dopoguerra, negli anni ‘20 e ‘30 del Novecento.

Nicolae Dărăscu ha esposto a Bucarest in molteplici mostre personali (1911, 1913, 1914, 1924) e collettive (1919, 1937), ma la più ampia e rappresentativa, nella sua carriera artistica, è stata quella inaugurata nel 1936: una mostra personale che raccoglieva opere particolarmente rilevanti per il suo percorso artistico. Dărăscu ha esposto alcuni dei suoi dipinti alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1940 e 1942. Nel 1936, ormai cinquantatreenne, Nicolae Dărăscu ottenne la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, dove insegnò anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile, fino al 1950. Negli ultimi anni della sua vita, quando ormai la malattia gli impediva di lavorare a pieno ritmo, visse sulle colline della Romania meridionale, tra le cittadine di Câmpulung Muscel e Curtea de Argeş, dove si dedicò alla raffigurazione di particolari prospettive del paesaggio rurale.

(scheda a cura di Cristian Luca)