«Venezia e la sua laguna: lo sguardo degli artisti romeni del lungo Novecento»: Corneliu Baba, Margareta Sterian

Corneliu Baba (1906–1997), Quartiere [Sestiere] veneziano, olio su cartoncino, cm 52x44, N. inv. 2687, firma e data in basso a destra: «1973, Baba», collezione del Museo Regionale Satu Mare (Romania).


Corneliu Baba (1906, Craiova–1997, Bucarest), studiò inizialmente con suo padre, il pittore Gheorghe Baba, noto per i suoi affreschi di tema religioso realizzati nelle chiese greco–ortodosse romene, per poi proseguire la sua formazione per un breve periodo, nel 1926, presso l’Accademia di Belle Arti di Bucarest, ma senza diplomarsi. Si trasferì a Iaşi, dove poté avvalersi del sostegno del pittore e docente universitario Nicolae Tonitza (1886–1940), e qui si diplomò, nel 1938, presso la locale Accademia di Belle Arti, dove in seguito insegnò, prima come assistente (1939) strutturato presso il Dipartimento di Pittura, quindi dal 1946 come professore di ruolo. Dal 1958 si trasferì a Bucarest, dove insegnò fino al 1977 all’Istituto Universitario di Belle Arti «Nicolae Grigorescu». Baba fu esponente di una pittura realistica piuttosto peculiare, e le sue opere del secondo dopoguerra avviarono una rilettura della tradizione della scuola pittorica romena, rifacendosi per certi aspetti al post-impressionismo e alle esperienze del tardo cubismo. Nel 1954 e nel 1956 espose alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Abile disegnatore, ottenne nel 1960 la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale del libro illustrato di Lipsia. Stimato e apprezzato per il suo lavoro, ricevette numerosi riconoscimenti e onorificenze: «Artista del Popolo» (1963), il «Merito Culturale» (1971), la «Stella della Repubblica» (1973), il Premio per ritratto alla Mostra Internazionale di pittura realista di Sofia (Bulgaria) (1989), il Premio Speciale dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania (1990). Membro delle Accademie d’Arte dell’Unione Sovietica e della Repubblica Democratica Tedesca, membro corrispondente (1963) e poi effettivo (1990) dell’Accademia Romena delle Scienze, Corneliu Baba è ritenuto uno dei grandi maestri della pittura contemporanea romena. Sfruttando tutte le potenzialità degli effetti di luce e ombra, Baba compose i suoi dipinti attraverso una geometria proiettiva dell’immagine, creando una sensazione di solidità e stabilità, come si riscontra nei paesaggi veneziani. Fu un eccelso ritrattista e sembrò ispirarsi più al filone dell’accademismo che al modernismo. Non aderì in pieno ai dettami del realismo socialista, pur dipingendo la vita aspra e dura dei contadini, ma propose un proprio stile pittorico che fu definito «babismo» dalla critica d’arte romena.


Il quadro esposto nella mostra on-line è stato acquistato dal Museo Regionale Satu Mare nel 1982. Il dipinto raffigura un edificio residenziale ubicato in uno dei sestieri di Venezia. L’espressività dell’architettura veneziana è resa utilizzando una palette cromatica armoniosa e con colori complementari che si completano tra loro per raggiungere un equilibrio cromatico e compositivo. La cromatica dell’opera suggerisce la serenità e la tranquillità di uno spazio raccolto, dove i contorni netti definiscono la forma e i volumi. Il dipinto è stato tra le opere che il Museo Regionale Satu Mare ha esposto in Cina, nella mostra retrospettiva dedicata a Corneliu Baba, aperta al pubblico nel 2009 nella città di Nan Chang, presso il Museo d’Arte della Provincia di Jiangxi; la mostra è stata organizzata in partenariato con l’Istituto Culturale Romeno di Bucarest nell’ambito delle celebrazioni per i 70 anni di relazioni diplomatiche tra Romania e Cina e i 91 anni dal conseguimento della Grande Unione della Romania. Il quadro della collezione del Museo Regionale Satu Mare è pressoché identico al dipinto dal titolo «Quartiere veneziano» della collezione del Museo Regionale Ialomiţa di Slobozia (N. inv. 57), proveniente dalla cospicua donazione di opere d’arte del collezionista Nicolae Tuzlaru, consegnata al Museo nel 2001.

[scheda a cura di Cristian Luca]


Margareta Sterian (1897–1992), Venezia, olio su tela, cm 50,5x37,5, N. inv. 2593, senza data [1950–1960?], collezione del Museo Regionale Satu Mare (Romania).


Margareta Sterian (Buzău, 1897–Bucarest, 1992) nacque il 16 marzo 1897 nella città di Buzău, nell’omonimo distretto dell’allora Regno di Romania. Fu educata presso la Scuola Evangelica di Bucarest, dove lo scrittore Ioan Slavici (1848–1925) insegnava lingua romena e il pittore e incisore Richard Canisius (1872–1934) insegnava disegno. Inoltre, durante le vacanze estive, trascorse nella città natia, studiò disegno in privato con il pittore Gore Mircescu (1885–1950). Conclusi gli studi secondari superiori, si trasferì a Parigi, dove nel periodo 1926–1929 studiò pittura all’Accademia Ronson, con i docenti e pittori Amédée de La Patellière (1890–1932) e Roger Bissière (1886–1964), e storia dell’arte all’École du Louvre, con i docenti e storici dell’arte Paul Vitry (1872–1941) e Louis Hautecœur (1884–1973). Tornata in Romania, ebbe la sua prima mostra personale alla Sala «Mozart» di Bucarest, tra il dicembre 1929 e il gennaio 1930, esponendo vari paesaggi, nature morte e una raccolta di 30 ritratti di bambini dal titolo «I bambini di Drăguş».


Nel 1929, Margareta Sterian iniziò a studiare sociologia presso l’Università di Bucarest, prendendo parte alla campagna estiva di ricerche sociologiche avviate dall’accademico Dimitrie Gusti (1880–1955), sociologo e docente universitario. Quest’ultimo ha il merito di aver plasmato, all’epoca, la scuola romena di sociologia e di aver condotto approfondite ricerche sociologiche ed etnografiche in varie località rurali della Romania, inclusa quella di Drăguş, che ispirò alla Sterian i ritratti esposti nella sua prima mostra personale bucarestina. Da allora in avanti, fino agli ultimi anni di vita, l’artista romena ha esposto in numerose mostre personali e collettive, in patria e all’estero. Nella pittura di Margareta Sterian si avvertono influssi di alcuni grandi maestri europei: dal Sassetta, senese d’adozione (1394–1450), ad un grande classico del Quattrocento: il fiorentino Paolo Uccello (1397–1475), fino al futurista Amedeo Modigliani (1884–1920) e al cubista Pablo Picasso (1881–1973). Il filone tematico più presente nell’opera della Sterian è quello etnografico, ma l’artista si è espressa egregiamente anche nel caso di altri soggetti: il paesaggio urbano, l’arte circense, le nature morte, la ritrattistica, ecc.


Margareta Sterian ha esposto costantemente le sue opere – nel campo della pittura, del disegno, delle incisioni, dell’arte decorativa – al Salone ufficiale delle Belle Arti, organizzato con cadenza annuale a Bucarest, e ha partecipato assiduamente anche alle mostre collettive dei vari gruppi artistici attivi in Romania fino al secondo dopoguerra: «Sindacato delle Belle Arti», «Arte Nuova», «Gruppo nostrano», «Criterion», «Contemporaneo». Ha esposto nelle mostre collettive e nelle rassegne dell’arte romena organizzate all’estero: Roma (1935), Budapest (1947), Ginevra (1966), Parigi (1968), Lüdenscheid (1969), e anche in varie esposizioni internazionali d’arte contemporanea: Varsavia (1934), Parigi (1937), Monaco di Baviera (1966), Istanbul (1967), Düsseldorf (1968), Budapest (1971). Artista poliedrica, ha sperimentato con successo molteplici tecniche artistiche: pittura da cavalletto, incisioni, disegni, illustrazioni di libri, scenografia, decorazione di interni con pittura murale, in collaborazione con il noto architetto e artista Marcel Iancu, in edifici da quest’ultimo progettati e costruiti a Bucarest. Le opere esposte da Margareta Sterian nelle mostre in Romania e all’estero hanno ottenuto il consenso della critica, che ha apprezzato la modernità e l’originalità della sua produzione artistica. Inoltre, la Sterian si è affermata come traduttrice di opere della letteratura inglese e angloamericana, e come poetessa e scrittrice, dei libri quali «Poesie» (1945), «Poemi» (1969), «Impressioni di viaggio» (1971), «Castello d’acqua» (1972), «Pezze colorate» (1977). Fra i premi e i riconoscimenti ottenuti durante la sua carriera, vanno ricordati: il Premio Nazionale di Pittura del Ministero delle Arti (1930) e il Premio speciale dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania (1985).


La Sterian, dopo una lunga e florida carriera, morì il 9 settembre 1992 a Bucarest. L’anno successivo, per onorare il suo talento e la sua creatività innovativa, venne istituito il Premio a lei intitolato e assegnato annualmente dal Museo Nazionale d’Arte della Romania di Bucarest alla migliore mostra temporanea, volta a valorizzare opere provenienti dal patrimonio culturale nazionale, e alla migliore mostra d’arte contemporanea.


Il dipinto esposto nella mostra on-line fu assegnato a titolo gratuito alla collezione statale d’arte del Museo Regionale Satu Mare nel 1981, dall’allora Consiglio della Cultura e dell’Educazione Socialista, che aveva assunto le funzioni del Ministero della Cultura per controllare, in chiave ideologica, l’attività di produzione e fruizione culturale in ogni campo artistico e più in generale della creatività culturale. Il dipinto, realizzato in uno stile schematico, che prevede una combinazione di colori caldi e freddi, dai toni sfumati, raffigura un paesaggio urbano veneziano con edifici storici affacciati su un canale della laguna, molto probabilmente sul Canal Grande, sul quale si scorge una gondola fortemente stilizzata. L’edificio meglio eseguito, al centro del dipinto, leggermente spostato verso sinistra, presenta evidenti somiglianze con la celeberrima Ca’ d’Oro; si notano infatti le tre logge sovrapposte, con tre arcate, però, invece di sei, e la facciata riccamente decorata ed asimmetrica del palazzo che oggi ospita la Galleria «Giorgio Franchetti», situata nel quartiere veneziano di Cannaregio. Si tratta di una composizione pittorica in cui è interpretato liberamente uno degli stili paesaggistici che sfruttano le peculiarità dell’architettura civile d’impronta veneta, vale a dire il tardo gotico, conosciuto come gotico «fiorito» veneziano. L’artista romena ha utilizzato una gamma coloristica limitata: grigio e sfumature dello stesso colore, oltre a ocra e bianco–crema, per raffigurare l’architettura storica, e blu sfumato e verdastro per riprodurre il cielo plumbeo e le acque del bacino lagunare.

[scheda a cura di Cristian Luca]