- 17 September 2020
- Etichete Institutul Român de Cultură și Cercetare Umansitică de la Veneția IRCCU Veneția Institutul Cultural Român ICR Brăduţ Covaliu
Brăduţ Covaliu (1924–1991), Venezia, olio su tela, cm 65x82, N. inv. 0608P, firma e data in basso a destra: «B. Covaliu, 1968», collezione del Museo Regionale Buzău (Romania)
L’opera esposta in questa mostra on-line è una composizione articolata in due registri: in basso, in toni di bruno, violetto, rosso e bianco–crema è rappresentato un canale, probabilmente il Canal Grande, dalle cui acque si innalzano una moltitudine di pali di legno leggermente inclinati in entrambe le direzioni, uno «specchio» in cui si riflette l’architettura del registro superiore del dipinto, dove sono raffigurati in toni rossicci e crema tre edifici con caratteristiche architettoniche tipiche della città lagunare. Le facciate contengono numerosi archi a sesto acuto e finestre decorate disposte ritmicamente e delineate in color crema. Ancora più in alto, i toni scuri di grigio, violetto e crema utilizzati per il cielo suggeriscono una sensazione opprimente di tramonto annuvolato.
Brăduţ Covaliu (1924–1991), Isola di San Giorgio Maggiore, olio su cartoncino, cm 65x82, N. inv. 0739P, firma e data in basso a destra: «B. Covaliu, 1977», collezione del Museo Regionale Buzău (Romania)
L’opera esposta nella mostra on-line è un paesaggio marittimo con una veduta verso l’Isola di San Giorgio Maggiore: gli edifici del complesso monumentale dell’omonimo monastero benedettino sono resi con toni rossi, bruni e bianchi, in forte contrasto con i toni freddi che dominano nel resto dell’opera. Nella parte inferiore del dipinto, le acque del Mare Adriatico, rese pittoricamente con abbondante colore «secco», sono infatti ricche di sfumature di azzurro ceruleo o blu desaturato con il grigio. I pali di legno che sbucano dall’acqua, semplici linee verticali di colore scuro, conferiscono dinamismo alla distesa azzurra di pennellate orizzontali, suggerendo il leggero ondeggiamento. Sul margine destro del dipinto è raffigurata una gondola del tradizionale colore nero, con un rivestimento rosso che protegge lo spazio destinato ai passeggeri.
Brăduţ Covaliu (1924, Sinaia–1991, Bucarest), nonostante abbia debuttato come adepto del realismo socialista, ha dimostrato, nel corso di una carriera che si è estesa su tutta la seconda metà del XX secolo, una versatilità tale da permettergli di esprimere pienamente le proprie qualità artistiche. Nel periodo 1942–1947 Covaliu ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, avendo come professore di pittura Jean Alexandru Steriadi (1880–1956). Ha debuttato nel 1953 all’Esposizione ufficiale di arte di Bucarest, dopodiché ha partecipato con regolarità alle Esposizioni ufficiali nazionali e municipali, così come a numerose mostre collettive in Romania e all’estero. Nel 1962 ha fatto parte del gruppo di artisti incaricato di rappresentare la Romania alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Nel 1963 è stato eletto segretario dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania, diventandone presidente nel 1968. Dal 1969 è stato docente all’Istituto Pedagogico di Bucarest e, in seguito, all’Istituto Universitario di Belle Arti «Nicolae Grigorescu» di Bucarest. Brăduţ Covaliu ha debuttato come paesaggista e ritrattista sul cantiere della diga di Bicaz, cogliendo nei suoi dipinti i legami dell’uomo con lo spazio circostante, la sua integrazione nella dinamica della vita moderna. Covaliu, sebbene si sia distinto per il rigore del disegno, la sobrietà dei colori e l’ingegnosità della loro disposizione sulla tela, ha preferito nel tempo passare dalla realizzazione di paesaggi di impostazione tradizionale a composizioni con elementi astratti e simbolici. Ha realizzato anche nature morte stilizzate e decorative, come anche ritratti con alcune note moderne, tendenti al cubismo. Ha ottenuto numerosi premi e onorificenze, come il Premio «Ion Andreescu» dell’Accademia Romena delle Scienze nel 1962, l’Ordine «Merito Culturale» nel 1968, il Gran Premio dell’Unione degli Artisti Plastici di Romania nel 1981.
(scheda a cura di Alexandru Anghel; traduzione italiana di Anita Paolicchi)