LA MOSTRA #ARTELAGUNAPRIZE - 240 opere provenienti da tutto il mondo sono le finaliste della 14^ e 15^ edizione del concorso e raccontano lo stato attuale dell’arte contemporanea internazionale.
La mostra è allestita nei prestigiosi spazi dell’Arsenale di Venezia, tra 2 il ottobre e il 21 novembre 2021.
Scopri più: https://artelagunaprize.com/
https://artelaguna.world/sculpture/gray/
Marina Bors e nata in Romania. Ha studiato scultura a Bucarest presso il Liceo Artistico “Nicolae Tonitza” e poi Accademia di Belle Arti “Nicolae Grigorescu”, attualmente Università Nazionale d’Arte, avendo come professori dei maestri della scultura Romena. Dal 1988 vive in Italia. Ha frequentato il biennio di specializzazione presso l’Accademia di belle Arti di Carrara sezione scultura. Realizza le sue opere in materiali diversi, come marmo, granito, bronzo, resina. Lavora a Pietrasanta dove ha lo studio.
„Sono un artista che ha le radici che affondano in un passato ricco di sentimenti ed emozioni date dal mondo dal quale provengo, a volte sublime a volte forte a volte contrastante. Fino da piccola ho avuto uno spirito umanistico, una visione del mondo che mette al centro l'essere vivente, la vita in tutte le sue forme. Ed è quello che io voglio esprimere attraverso la materia.” (Marina Bors)
La scultura è il linguaggio che le permette di formare e realizzare materialmente questi nuovi organismi viventi. Una storia lunga e articolata sulla lavorazione di marmi, bronzi e altri materiali; una visione a tratti anche cronologica del suo lavoro, che si mostra nella sua completezza, dialogando con un’armonica sistemazione, in uno stretto rapport dimensionale in cui la scultura si confronta con gli spazi architettonici e naturali. Il fine è una conversazione continua tra il dentro e il fuori, interno ed esterno in un rapport armonico di forme e pensieri che stimolano il visitatore su più fronti emozionali.
L’aspetto che viene spesso sottolineato, o semplicemente ed inconsciamente prodotto, è il voler entrare nella materia, nella radice, in quell’anatomia che mostra il tessuto muscolare di queste creature che si generano dalle differenze incrociate; una visione interna della costituente umana, spesso leggermente dura e diretta, ma pur sempre una bellezza interiore. Un’interiorità che cerca di far ragionare senza soffermarsi sulla superficie degli involucri esterni; la naturale consumazione del corpo umano o, nella maggior parte dei casi, una nuova formazione dei corpi, dovuta all’incrocio di più fattori. Le cellule come forma di vita che trasmettono energia e vitalità grazie al subconscio dell’artista che la guida durante il processo creativo, sprigionando sinuosità e morbidezza.
Il procedimento scultoreo del “levare” presenta in certe occasioni una diversa concezione dell’opera, intesa come divisione in vari pezzi che nascono da un’esplosione che lascia un ordine concreto e ragionato nello spazio, come avviene nelle sue famose installazioni scultoree. La sensazione che avvertiamo in queste opere è quella del relazionarsi con l’esterno, il necessario sentito bisogno di ricomporre dei vetri infranti e ristabilire un ordine. Non esistono più riferimenti per lo spettatore e questo comporta la possibilità di osservare un’oggettività differente, con un sapore scultoreo romantico che elogia la manualità del fare artistico dell’autrice. La luce diventa un elemento necessario alla fruizione che, tramite tagli e scavature, riesce a modellare ulteriormente la superfice delle diverse materie impiegate, offrendo nuove letture e punti di vista. La presentazione delle opere avviene grazie ad un ambiente pulito, neutro e senza distrazioni affinché l’attenzione sia solo su di esse e in particolare sulla loro “pelle”.
La lavorazione è improntata sul binomio statico-dinamico, sulla contrapposizione modernità e contemporaneità, sul fattore di pesantezza in continua lotta con la leggerezza; una variegata scena scultorea che si impone sulle diverse realtà del materiale in oggetto: annientare la materia trattata e darle un aspetto di morbidezza, creare forme voluttuose che nella loro ripetizione creano un’immagine; lasciare la natura come autrice di quello che poi l’uomo andrà a modificare.
La sua ricerca artistica ha raggiunto un alto grado di evoluzione grazie ad una nuova visione della vita, alla scoperta di una continuità che va oltre la materia, la quale prende forza anche grazie all’utilizzo di materiali nobili come il marmo e il bronzo. Il cambiamento dell’artista in senso temporale, la porta oggi ad essere in armonia con il suo lavoro e in pace con sé stessa grazie all’arte nonostante la fatica. Cimentarsi nella lavorazione di un materiale così complesso, che fu in passato scelto da scultori come Michelangelo e Bernini, non è cosa da poco, per chi, come la nostra artista, predilige una tecnica e ne fa la sua ragione di vita. Molti artisti, pur essendo scultori, hanno preferito abbandonare presto il marmo; alcuni hanno addirittura deciso di non toccarlo neppure; per altri ancora si tratta di un materiale da lasciare in pace, troppo pregiato per essere lavorato.
Bors invece si mette alla prova, riesce a far dialogare il materiale con il suo luogo di origine, dal blocco registra un’esperienza che inquadra e fissa quella visione da cui nascerà una nuova forma; la sua analisi insiste sul perché dell’esistenza umana, dando origine a sculture sempre diverse, proprio come le persone. La differenza nell’uso dei materiali insiste proprio sul colore: se il bronzo viene completato tramite la patinatura artificiale o naturale; il marmo, al contrario, rappresenta la purezza e l’assolutezza, attraverso una gamma cromatica che restituisce la forza e la pesantezza della scultura all’ennesima potenza. Le opere nascono, in Marina Bors, con la consapevolezza del tempo, situazioni di confronto temporaneo, dove il pubblico sarà contemporaneamente fruitore e protagonista di queste forme celebrative che non cercano la lacerazione dello spazio espositivo, bensì l’integrazione.
Avere la possibilità di fruire le sue opere, è come uno sguardo generale sulla variegate ricerca di un’artista di talento dell’arte contemporanea internazionale. Una visione che abbraccia tutti gli ambiti del suo linguaggio, mostrando e mettendo a confronto tutte le tecniche e i materiali da lei usati fino ad oggi. L’artista infatti non lavora solo il marmo e riesce ad offrire un percorso molto articolato dove le differenti tecniche impiegate lungo il suo cammino artistico, diventano una continua sperimentazione. Oggi finalmente ritrova le sue origini artistiche in cui impiegare e provare diversi materiali, ha in sé l’esigenza contemplativa, che dà lucidità alle sue idee con distacco, e l’esigenza di azione sulla spinta del pragmatismo, che la fa volgere ai rapporti sociali, alla comunicazione immediata e chiara dei vari linguaggi impiegati fino alla evidenza. È così, dunque, che la sua fantasia poggia sul gioco divertito e candido: l’intelligenza diventa estro e inventa forme con continuo sperimentalismo.” (Enrico Mattei)
GRAY
2018
Bardiglio Imperial Marble
340cm