Conferenza presso l’Università di Udine in occasione del 164° anniversario dell’Unione dei Principati Romeni

L’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, il Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Udine e il Consolato Generale di Romania a Trieste organizzano, in occasione della celebrazione dell’Unione dei Principati Romeni, martedì 24 gennaio 2023, a partire dalle ore 17,00, nella Sala del Consiglio di Palazzo Garzolini di Toppo–Wassermann, in Via Gemona 92 a Udine, una conferenza aperta al pubblico, volta a sottolineare le cordiali relazioni italo–romene durante il regno di Alexandru Ioan Cuza e il percorso simmetrico seguito dai due popoli nel processo di realizzazione dell’unità nazionale.

Programma dell’evento culturale:

In apertura, brevi interventi di benvenuto saranno tenuti dalle autorità dell’Università degli Studi di Udine, dal Dott. Cosmin Victor Lotreanu, Console Generale della Romania a Trieste, e dal Prof. Cristian Luca, rappresentante dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia.

Dopo una breve introduzione del Dott. Alessandro Zuliani, docente di Lingua e Letteratura Romena del Dipartimento di Lingue e Letterature, Comunicazione, Formazione e Società dell’Università degli Studi di Udine, la Dott.ssa Raluca Tomi, ricercatrice presso l’Istituto di Storia «Nicolae Iorga» di Bucarest dell’Accademia Romena delle Scienze, terrà unaconferenza in lingua italiana su «Alexandru Ioan Cuza e l’Italia», che ripercorrerà l’evoluzione dei rapporti di Cuza, nella sua veste di principe eletto dei Principati Uniti di Moldavia e Valacchia e, successivamente, nel periodo dell’esilio, con l’Italia, al tempo ancora in fase di unificazione sotto lo scettro di Casa Savoia.

Nel 2023 ricorrerà il 150° anniversario della prematura scomparsa, all’età di 53 anni, del Principe dell’Unione, Alexandru Ioan Cuza (1820–1873). Cuza, esponente della generazione del 1848, eletto principe dei Principati Uniti di Moldavia e Valacchia (1859–1862) e poi Principe di Romania (1862–1866), fu il riformatore che «pose le basi politiche, economiche, sociali e culturali della Romania moderna». Sentendosi legato all’Italia per simpatia politica, affinità linguistiche e gratitudine nei confronti di Casa Savoia per il supporto fornito durante il processo di unificazione, il principe Alexandru Ioan Cuza, riconoscendo ufficialmente il Regno d’Italia, fu decorato dal re Vittorio Emanuele II nel 1861 con l’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, nel grado di Gran Croce, occasione che riconfermò l’apprezzamento della casa reale italiana per il Principe dell’Unione. Durante il suo esilio, Cuza fu accolto in Italia. In seguito all’abdicazione forzata dell’11 febbraio 1866, egli risiedette per una settimana a Milano (6–13 marzo 1866). Il 9 maggio 1870, dopo aver venduto la casa di Oberdöbling, su consiglio del medico che lo curava per una malattia respiratoria cronica, Cuza partì con la famiglia per l’Italia, dove il clima era più mite che in Germania, e acquistò una villa nei pressi di Porta Romana a Firenze. Durante i due anni e mezzo di permanenza a Firenze, Cuza si tenne in contatto con personalità politiche romene del calibro di Costache Negri e Vasile Alecsandri. I legami di Cuza con le autorità locali fiorentine furono cordiali. Firenze fu capitale d’Italia dal 1865 al 1870; Cuza incontrò spesso Vittorio Emanuele II, ma dopo il 1 luglio 1871 la corte reale italiana si trasferì al Palazzo del Quirinale a Roma. In seguito all’aggravarsi delle proprie condizioni di salute, il 27 dicembre 1872 Cuza si affrettò a redigere il proprio testamento. All’inizio di maggio del 1873, quando la salute glielo permise, Cuza e la sua famiglia lasciarono Firenze per Heidelberg, la città universitaria dove voleva che i suoi figli studiassero. Questo viaggio si rivelò fatale perché durante il tragitto la sua salute cagionevole si deteriorò in modo irreparabile. Così, all’Hotel Europa di Heidelberg, la notte del 15 maggio 1873, Alexandru Ioan Cuza spirò, all’età di 53 anni, dopo sette anni di amaro esilio. I rapporti di stato e personali di Alexandru Ioan Cuza con l’Italia rivestono particolare rilievo per comprendere il passato comune dei due Paesi, per illustrare le relazioni bilaterali, i momenti di collaborazione e di empatia reciproca. Proprio per questo, la celebrazione dell’Unificazione dei Principati Romeni e la ricorrenza del 150° anniversario della morte del «Principe dell’Unione» sono un’occasione per riflettere sul destino di una personalità emblematica della storia romena e dell’Europa orientale.