Giovedì 10 ottobre 2019, nella Sala di Conferenze dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia (Palazzo Correr, Campo Santa Fosca, Cannaregio 2214) sarà presentato al pubblico il libro “Congedo da Goethe” , firmato del filosofo romeno Constantin Noica (1909-1987). Il rapporto di Noica con l’opera di Goethe è stato lungo e complesso. Le riflessioni del filosofo romeno sull’opera di Goethe sono state interrotte dalle vicissitudini della storia (la Seconda Guerra Mondiale, l’entrata della Romania subito dopo la guerra nell’orbita dell’Unione Sovietica, l’istaurazione del terrore comunista e le purghe politiche che hanno toccato anche strati cospicui dell’intellettualità ecc.)
Malgrado tutto ciò, le riflessioni di Noica sull’opera del celeberrimo pensatore tedesco, hanno avuto continuità per lungo tempo. Dal “problema Gothe”, il filosofo romeno è rimasto ossessionato anche negli anni ’50 del secolo scorso, quando si trovava in domicilio coatto nella cittadina montana di Câmpulung Muscel. Il manoscritto che in quei tempi si chiamava “Anti-Goethe” fu confiscato all’autore della Sicurezza (“Securitate”) nel 1958. Gli stessi servizi hanno restituito all’autore, dopo la messa in liberta, nel 1964, di tutti i detenuti politici, solo parzialmente il manoscritto confiscato nel 1958. Una prima edizione del manoscritto è stata stampate nel 1976 dalla Editrice Univers, di cui il direttore era il benemerito professore RomulMunteanu (1926-2011; direttore della Editrice Univers tra 1970-1989). Solamente nel 1994 è stata restituita alla moglie di Noica, nel frattempo deceduto, quella che sembrava essere la variante iniziale del volume “Anti-Goethe”.
L’edizione in italiano, recentemente pubblicata, ha alla base l’edizione del 2000 stampata dalla casa editrice Humanitas, edizione composta dal testo reso pubblico nel 1976 dalla editrice Univers + altri due capitoli che rappresentano i brani di più “ripescati” dal testo restituito alla famiglia nel 1994.
L’autore della traduzione in italiano, Davide Zaffi, ha la coscienza del fatto che la forma attuale del libro “Congedo da Goethe”, risultata dall’ integrazione fatta nel 2000, potrebbe risultare perfettibile, nel caso in cui verrebbe confermata l’esistenza, per adesso solo sospettata, di altri capitoli – probabilmente cinque – appartenenti al manoscritto “Anti-Goethe”. Per ora la loro esistenza non può essere provata. Ad ogni modo, il libro “Congedo da Goethe”, nella sua forma attuale, ci offre indicazioni chiare relative al fatto che la prospettiva critica di Noica sul pensiero del filosofo-scrittore tedesco rappresenta con chiarezza il modo in cui l’autore romeno intendeva affrontare sistematicamente quello che i critici che se ne occupano di Noica definiscono come “l’architettura concettuale del divenire nell’essere”.
“Despărțirea de Goethe”, nella forma in cui arriva al lettore italiano attraverso la traduzione e il commento di Davide Zaffi (“Congedo da Goethe”, Rubettino Ed., 2018) è principalmente un tentativo di distacco di Noica dallo spirito di incertezza che pervade l’opera “Faust” dell’illustre uomo di lettere, artista e filosofo tedesco, consigliere dei principi e delle teste coronate dell’Europa del tempo. Il libro di Noica, entrato tardivamente e a tappe nella coscienza della critica filosofica romena e solo parzialmente nella coscienza della critica filosofica di altri paesi europei, è un’opera significativa nell’ambito delle elaborazioni filosofiche nate nella Romania del periodo post-bellico. Lo stesso libro era completamente sconosciuto in Italia fine alla traduzione di Davide Zaffi. Si tratta comunque di un’opera sotto molti aspetti affascinante. L’autore esamina il pensiero di Goethe osservandolo, conformemente a quanto detto proprio dall’autore, «da ogni parte: dalla scienza, dall’arte e dalla poesia, dalla comunità e dalla solitudine, dagli antichi e dai moderni, classicismo e romanticismo, sapienza e follia».(cf. “Congedo da Goethe”, ed. it. cit., p.3).
Una delle novità portate da Noica nella critica postbellica dei testi di Goethe consiste nell’attenzione accordata all’esame dei significati filosofici introdirri nel “Faust” attraverso la figura di Mefistofele, il seducente portatore del Male, il corruttore delle coscienze. Nel suo discorso critico l’autore romeno si piazza sulle posizioni del dibattito antico intorno ai rapporti tra bene, bello (con le sue tentazioni) e verità. È però chiaro che, malgrado la sua ammirazione per Goethe, l’autore romeno vede nell’esaminare le opere del Grande Tedesco, più che altro una occasione per esporre il suo proprio modo di riflettere su alcuni problemi fondamentali per la sua filosofia: quella del divenire nell’essere, quella delle due temporalità, quella dell’umano che sorpassa le ripetitività della natura.
La presentazione del libro tradotto e interpretato dall’ottimo conoscitore della cultura romena Davide Zaffi sarà fatta dal Prof. Roberto Scagno (Univ. di Padova), il massimo conoscitore in Italia degli autori romeni della generazionedi cui fanno parte, insieme a Noica, nomi di grande peso culturale nazionale ed internazionale: Mircea Eliade (1907-1986), Emil Cioran (1911-1995), Mircea Vulcănescu (1906-1952), Petru Comarnescu (1905-1970).