Il cortometraggio «Tradizioni e usanze natalizie romene» sulla pagina Facebook dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia

Il cortometraggio «Tradizioni e usanze natalizie romene» sulla pagina

Facebook dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia,

martedì 22 dicembre 2020, ore 11,00


In occasione delle prossime Festività Natalizie, il Centro Culturale del Danubio Meridionale del Consiglio Regionale di Galaţi (Romania), in partenariato con l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, promuoverà online in libera visione sulla pagina Facebook dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, martedì 22 dicembre 2020, a partire dalle ore 11,00, il cortometraggio «Tradizioni e usanze natalizie romene», con l’audio in lingua originale e i sottotitoli in italiano. Il cortometraggio contiene una serie di canti natalizi e danze tradizionali tipiche della Moldavia e della Valacchia nord–orientale che continuano ad essere cantati e ballati nelle aree rurali romene nei periodi di Natale e Capodanno, preziosa eredità delle antiche tradizioni e usanze contadine tramandate di generazione in generazione. Durante le Festività di Natale e Capodanno le vecchie e consolidate tradizioni romene vengono rievocate nelle comunità rurali e, pertanto, il cortometraggio «Tradizioni e usanze natalizie romene» intende offrire al pubblico la visione di queste manifestazioni autentiche del mondo contadino, conservando e tramandando la vitalità dei costumi popolari che hanno caratterizzato la vera essenza delle comunità nei momenti di maggiore aggregazione sociale per festeggiare la Natività e il passaggio al Nuovo Anno. Il cortometraggio raccoglie, in ordine d’importanza e d’antichità, dati e immagini di una serie di canti natalizi (romeno: «colinde») raccolti nell’ambito delle comunità rurali e riproposti all’attenzione del pubblico nelle varie edizioni del Festival dei costumi e delle usanze di Natale e Anno Nuovo «Tudor Pamfile» di Galaţi. Le bande di cantori, in osservanza delle tradizioni romene di Natale e Capodanno, si distinguono per i costumi originali e pittoreschi, per la particolarità delle maschere e degli attrezzi antichi, contribuendo a ricreare l’atmosfera della tradizione festiva dei villaggi. Il cortometraggio propone l’esibizione di alcuni gruppi folcloristici e di cantori provenienti dalle Regioni romene di Galaţi (dei Comuni di Vlădeşti e di Vânători), Vrancea (Comune di Nereju), Vaslui (Comune di Negreşti), Bacău (Comune di Agăş), Iaşi (Comune di Miroslăveşti), Neamţ (Città di Piatra Neamţ), Suceava (Comune di Stroieşti), Botoşani (dei Comuni di Copalău e di Cordăreni).


Da sempre il Natale è, insieme alla Pasqua, la più importante festività per i romeni e si caratterizza per le numerose tradizioni e usanze che sono state tramandate di generazione in generazione. In passato, nel mondo contadino, le Festività Natalizie costituivano l’occasione sia per celebrare la nascita di Cristo Salvatore, sia per evocare una serie di rituali legati ai culti precristiani che sono giunti, nel corso del tempo, a simbolizzare il rinnovamento e il ristabilimento dell’ordine attraverso la Natività. La celebrazione del Natale ha conservato, quindi, numerosi elementi precristiani nella religiosità popolare romena, usanze che avevano valenze mitico–magiche. Il digiuno della Vigilia di Natale imponeva un’attenta scelta degli alimenti da consumare, tutti legati al simbolismo dell’abbondanza, della fortuna e dell’armonia familiare. Le «colinde», tradizionali canti romeni delle Festività Natalizie, hanno conosciuto una varietà regionale che ha determinato forme di aggregazione sociale divenute man mano tipiche dei giorni che concludevano l’anno. I cantori itineranti inauguravano con i propri canti la mattina della Vigilia e, organizzati in gruppi, ricevevano da ogni famiglia doni tradizionali: ciambelle, noci, mele. I coristi, nei villaggi, indossavano spesso maschere grottesche per raffigurare gli spiriti maligni che i contadini generosi dovevano scacciare per garantirsi la nuova annata fruttuosa e priva di epidemie per le colture e per il bestiame. I canti con cui i bambini e i ragazzi attendevano e festeggiavano la venuta di Gesù Cristo in terra risuonavano il giorno della Vigilia e a Natale. Oggi quelli più noti sono «La stella», «Il piccolo aratro» e «Il ramo fiorito», ma altrettanto frequenti e apprezzati dalle comunità rurali erano i canti più complessi, come «L’Agnello» e «Betlemme», così come gli spettacoli con le maschere: «La capra», «Gli orsi», «Il cervo», ecc.


Il Centro Culturale del Danubio Meridionale di Galaţi (romeno: Centrul Cultural «Dunărea de Jos») organizza ogni anno il Festival dei costumi e delle usanze di Natale e Anno Nuovo «Tudor Pamfile» che riunisce gruppi folcloristici e di cantori provenienti da numerosi distretti delle Regioni della Valacchia nord–orientale, della Moldavia e della Dobrugia. Paul Buţă, artista creatore di maschere tradizionali, attore del Teatro Nazionale di Opera e Operetta «Nae Leonard» di Galaţi, etnologo e documentarista del Centro Culturale del Danubio Meridionale, rilevando gli elementi di originalità e il contesto in cui sono apparse, si sono diffuse e sono state tramandate le diverse tipologie di «colinde», ritiene che «Il Festival è un evento culturale che promuove e sopporta l’autenticità nella creazione popolare, e in particolar modo le tradizioni che si tramandano di generazione in generazione nelle comunità rurali. I partecipanti, vestiti con i tradizionali abiti popolari, straordinariamente belli e ben conservati, hanno portato ogni tipo di maschere ed elementi dell’abbigliamento tradizionale per la messa in scena dei balli, come “La capra” e “L’orso”. I cantori avevano alla vita pesanti campanacci per fare un rumore assordante, necessario ad allontanare gli spiriti maligni». Come in ogni edizione del Festival dei costumi e delle usanze di Natale e Anno Nuovo «Tudor Pamfile», i cantori incantano il pubblico con il suono di antichi strumenti a fiato e con coreografie accuratamente eseguite. Secondo la tradizione, i cantori, per dare inizio all’esibizione, si ritrovavano nella chiesa parrocchiale, dove ricevevano la benedizione del sacerdote per annunciare la nascita di Gesù di Nazareth, poi partivano in bande per portare i canti augurali nei poderi del villaggio di origine e nelle località circostanti. I canti raccolti in ambito rurale e portati all’attenzione del pubblico nelle varie edizioni del Festival sono stati: «Il grande aratro dei ragazzi» di Măstăcani; «Canti tradizionali» di Nămoloasa; «Capra», «Montone», «L’aratro» di Tecuci; «I cantori» di Costache Negri; «Il canto augurale» di Schela; «Il grande aratro» di Brăhăşeşti; «Canti, stella e aratro» di Braniştea; «Capra» di Buciumeni; «I pastori transilvani» di Suceveni; «Canti e aratro» di Rădeşti; «I canti degli anziani» di Tuluceşti; «L’aratro» di Bereşti; «Canti, jieni, l’aratro e l’orso» di Rediu; «Il grande aratro» di Jorăşti, ecc. Dei villaggi della regione storica di Covurlui è invece caratteristico lo spettacolo folcloristico «Jienii», il cui protagonista è l’aiduco Iancu Jianu (1787–1842), che, tuttavia, nel contesto delle Festività Natalizie assume valenze mistiche e si affianca ad alcune figure mitologiche nella lotta per un nuovo anno tranquillo e prospero.



«Tradizioni e usanze natalizie romene»


cortometraggio (16,33 min.) in libera visione sulla pagina Facebook

dell’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia,

martedì 22 dicembre 2020, ore 11,00


Ideazione e produzione video a cura del Centro Culturale del Danubio Meridionale del Consiglio Regionale di Galaţi (Romania), in partenariato con l’Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia


Video progetto a cura di Cristian Luca e Paul Buţă

Operatore e video editing: Costel–Adrian Radu

Postproduzione, montaggio, sincronizzazioni: Costel–Adrian Radu

Voce narrante: Eugenia Notarescu

Sottotitoli: Paul Buţă

Traduzione italiana di Anita Paolicchi