Dibattito a Venezia sull'esilio letterario romeno e l'opera di Vintilă Horia
Nell'aula di conferenze "Marian Papahagi" dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, sarà tenuto giovedì, 5 novembre, un dibattito sull'esilio letterario romeno, seguito dalla presentazione della recente traduzione in italiano del romanzo di Vintilă Horia, Cavalerul resemnării/Il cavaliere della rassegnazione (Il Cerchio, 2009). L'evento è organizzato in collaborazione con l'Associazione Culturale "Il Cerchio" di Rimini.
Nome di riferimento per l'esilio letterario romeno, Vintilă Horia è uno dei più noti scrittori romeni in Italia. Tra le sue opere tradotte in italiano si annoverano Dumnezeu s-a născut în exil (Dio è nato in esilio), O femeie pentru apocalipsă (La donna dell'Apocalisse), Scrisoarea a VII-a (La settima lettera), Jurnalul unui ţăran de la Dunăre (Diario di un contadino del Danubio).
L'edizione italiana del romanzo Il cavaliere della rassegnazione (Cavalerul resemnării) – che fa parte, insieme a Dio è nato in esilio (Dumnezeu s-a născut în exil) e Perseguitate Boezio (Persecutaţi-l pe Boetius), da una trilogia romena "dell'esilio" – è accompagnata da una Prefazione firmata da Franco Cardini, uno dei più importanti storici e saggisti italiani dei nostri giorni. Sulle caratteristiche, i rappresentanti e l'importanza dell'esilio letterario romeno, nonché sull'attività e l'opera di Vintilă Horia parleranno Adolfo Morganti, professore presso l'Università di San Marino e console onorario della Romania presso la Repubblica di San Marino e Oana Pughineanu, cronista letterario, scrittrice e saggista, attualmente borsista "Vasile Pârvan" all'Accademia di Romania in Roma.
"[L'esilio] non è in fondo nient'altro se non una battaglia più dura delle altre, più attraente e più diretta, del cui esito dipende tutto ciò che è più umano nell'uomo."
"In modo cosciente o incosciente, propter imbecilitatem, voglio dire a causa della debolezza che è collegata all'accumulo degli anni sulle spalle dell'esilio, le antiche resistenze creatrici, degne di diventare esempi per secoli, traballano nella tempesta degradante e stordente. Alcuni si lasciano addescati, altri vogliono credere che esser nazionalisti vuol dire collaborare con gli inferni oltre alle frontiere del male."
Vintilă Horia