Uno dei più importanti poeti veneziani, tradotto in romeno
Martedì, 16 novembre, dalle ore 18.30, l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia ospita la presentazione dell'edizione bilingue (italo-romena) del volume di versi „Mille & 3 tamburi"/„O mie & 3 tobe" di Severino Bacchin, uno dei più importanti poeti veneziani d'oggi. Il volume è stato pubblicato quest'anno presso l'editrice IDC Press di Cluj-Napoca, nella traduzione dell'italianista Ştefan Damian, professore al Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze della Facoltà di Lettere, Università Babeş-Bolyai di Cluj-Napoca. Severino Bacchin (nato il 1940 a Mira – Venezia) ha firmato vari volumi di poesie, tra cui „Parole-Pietre" (1975), „Parole mute" (1977), „La Maison Rose" (1979), „Parole arrugginite" (1982), „Loreley Benz" (2003) ed è presente in varie antologie („Antologia dei poeti del Triveneto" – 1975, „Omaggio poetico a Giacomo Casanova" - 1992, „Age Quod Agis" – 1999 ecc.). Bacchin scrive una poesia iconica, nella quale la cadenza della pronuncia lirica si riflette nello stesso scrivere, nella grafica. L'autore ha partecipato quest'anno alla XX edizione del Festival Internazionale „Lucian Blaga" ed ha stabilito da qualche anno collaborazioni straordinarie con scrittori di Bucarest, Cluj e Bistriţa.
Il poeta fa parte di una valorosa generazione lirica che si manifesta attualmente a Venezia, di cui fanno parte Umberto Pascali, Francesca Ruth Brandes, Luciano Meneto, Alfio Fiorentino, Gianfrancesco Chinellato, Nadia Consolani.
L'iniziativa della traduzione in romeno di questa generazione poetica è appartenuta a Gheorghe Junescu, vicedirettore dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia nel periodo 2002-2005. Dopo l'opuscolo del 2003 che conteneva frammenti della loro opera, nel 2004 appare, nella traduzione e presentazione di Ştefan Damian, l'antologia „Echi d' acqua"/„Ecouri de apă".
Insieme all'autore ed al traduttore, all'evento dell'Istituto Romeno parteciperanno l'attrice Margherita Stevanato ed il pianista Matteo Segafreddo.
Non credo
che le poesie siano roba da letterati
le poesie le scrivono
quelli che hanno qualcosa
da raccontare non da riferire
e hanno il fegato gonfio
perciò nascono preghiere
e bestemmie
che non sono mai peccato
questo devono sapere i letterati
per leggere corettamente
quelli che non lo sono
Severino Bacchin