«Monumenta Cartographica Dacoromaniae – Le terre romene nella cartografia storica a stampa del Cinque–Settecento»: Paolo Santini e Giovanni Antonio Rizzi Zannoni

Paolo Santini (1729–1793), [Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736–1814)], La Moldavie, la Valakie et la Transilvanie avec partie de la Bulgarie, de la Hongrie, et de Pologne, in Atlas Universel dressé sur les meilleures cartes modernes, À Venise, chez P‹aolo› Santini, rue S‹ain›te Justine, vol. I, Venezia 1776, cm 42x55 (mappa), cm 50,5x72 cm (foglio), incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione privata.


Carta geografica dettagliata dei Principati di Valacchia, Moldavia e Transilvania, quest’ultimo in quanto provincia dell’Impero Asburgico, con la raffigurazione del territorio generalmente accurata e attentamente stilata. I toponimi e gli idronimi sono correttamente ubicati e redatti in scala di rappresentazione c. 1:1 400 000. Si tratta di una mappa che, utilizzando dati raccolti sulla base delle misurazioni topografiche e dei calcoli geodetici effettuati dagli ingegneri militari austriaci – e probabilmente anche dei loro colleghi e alleati russi – durante le guerre contro la Porta ottomana, raffigura accuratamente le realtà territoriali della Valacchia, della Moldavia e della Transilvania, ubicati nei loro confini naturali. L’autore della carta geografica è Paolo Santini (1729, Venezia–1793, Belluno), sacerdote cattolico presso la Chiesa di Santa Maria Formosa a Venezia, docente di disegno alle scuole della città lagunare della Provincia Veneta della Compagnia di Gesù. Santini, cartografo, incisore ed editore, aggiornò e pubblicò le mappe dei geografi e cartografi francesi Gilles Robert de Vaugondy (1688–1766) e Didier Robert de Vaugondy (c. 1723–1786), ispirandosi anche alle opere dei cartografi italiani, innanzitutto a quelle di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736–1814). È una carta geografica meticolosamente eseguita, incisa in rame, stampata su carta spessa, resistente all’umidità, con coloritura realizzata ad acquerello adoperando limitate tonalità coloristiche. Utilizzando le matrici in rame delle mappe raccolte e pubblicate nel 1752 nell’«Atlas Universel» di Gilles Robert e Didier Robert de Vaugondy, acquistate a Parigi dal suo fratello, Francesco Santini, e le «migliori carte geografiche» dell’epoca, Paolo Santini incise nuove lastre e diede alle stampe a Venezia, nel 1776, l’«Atlas Universel dressé sur les meilleures cartes modernes». L’anno successivo, 1777, cedette i diritti di pubblicazione all’editore Giuseppe Remondini (1754–1811) di Bassano del Grappa che ristampò l’«Atlas Universel» in due volumi che raccoglievano complessivamente 123 carte geografiche. Le matrici in rame in possesso dei Santini furono acquistate nel 1781 dalla stamperia Remondini. Pur non essendo stato coinvolto direttamente nella stesura della carta geografica, la corretta raffigurazione del territorio dei Principati Romeni è molto probabilmente dovuta all’influsso della mappa dell’Impero Ottomano e dell’Europa Orientale del cartografo padovano Giovanni Antonio Rizzi Zannoni. L’utilizzo dei dati tratti dai rilievi topografici effettuati sul campo dagli ingegneri dell’esercito imperiale consentì i notevoli progressi compiuti dalla cartografia scientifica fondata sulle tecniche più avanzate di misurazione e di rappresentazione del territorio. La carta geografica di Santini raffigura con un rilevante grado di precisione lo spazio geografico e la realtà territoriale e, in particolare, la configurazione del territorio della Valacchia, della Moldavia e della Transilvania entro i loro confini naturali. Così, insieme alle carte geografiche di Giovanni Marco Pitteri (1702–1786) e Antonio Zatta (?–1797), di Franz Johann Joseph von Reilly (1766–1820) e di Bartolomeo Borghi (1750–1821), la mappa di Paolo Santini si attesta tra le prime carte scientifiche della cartografia commerciale occidentale del XVIII secolo che raffigurano le terre romene in modo distinto, dettagliato e preciso, grazie all’utilizzo dei più moderni mezzi tecnici dell’epoca.