«Cartographica Dacoromaniae – Le terre romene nella cartografia storica a stampa del Cinque–Settecento»: Frederick de Wit/Frederick de Witt, Guillaume Delisle

Frederik de Wit/Frederick de Witt (1629/1630–1706), Regni Hungariæ et Regnionum quae ei quondam fuere unitae, ut Transilvaniae, Valachiae, Moldaviae, Serviae, Romaniae, Bulgariae, Bessarabiae, Croatiae, Bosniae, Dalmatiae, Sclavoniae, Morlachiae, Ragusanae Reipublicae, maximaeq‹ue› Partis Danubii Fluminis novissima delineatio, cum Privilegio, Amsterdam 1686, cm 49x87, incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione della Det Kongelige Bibliotek København/The Royal Library in Copenaghen (Danimarca) (per uso non commerciale, a fini culturali ed educativi).

La mappa dell’area danubiana e balcanica di Frederik de Wit/Frederick de Witt (1629/1630–1706) non ha ovviamente precisione geo-topografica ed è sintetica per quanto riguarda la toponomastica e l’idronimia, ma raffigura correttamente la Valacchia, la Moldavia e la Transilvania all’interno dei confini naturali, pur erroneamente delimitati. De Wit, nato a Gouda, si stabilì ad Amsterdam prima del 1648, lavorando dapprima come incisore finché nel 1654 fondò la propria officina cartografica e stamperia («Officina Frederici de Wit Amstelodami»), occupandosi della produzione e del commercio di mappe e stampe. Dopo il matrimonio con Maria van der Waag, avvenuto nel 1661, figlia di un ricco mercante amsterdamese, De Wit ampliò la sua attività fino a diventare uno dei cartografi, incisori ed editori di maggior successo di Amsterdam, approfittando del declino delle officine cartografiche e stamperie concorrenti dei Blaeu e Janssonius, dai quali nel tempo acquistò numerose matrici in rame in occasione di varie aste pubbliche. Frederik de Wit ebbe una ricca e variegata produzione cartografica, che consisteva in carte geografiche e stampe, raccolte in atlanti, volumi con piante e immagini di città, mappe decorative, ecc. Le sue carte geografiche erano apprezzate più per la qualità estetica, per le decorazioni barocche e la coloritura viva artisticamente eseguita, ed erano ben accolte sul mercato della cartografia commerciale, dove furono messi in vendita anche decenni dopo la scomparsa di De Wit, stampate sulle sue matrici in rame acquistate dall’incisore e cartografo Pieter Mortier (1661–1711), poi ereditate dal figlio Corneille/Cornelis Mortier e, infine, passate alla casa editrice Covens & Mortier.

Frederik de Wit diede alle stampe il suo «Atlas» nel 1662, e fino all’edizione del 1671 questo raccoglieva un centinaio mappe. Nel 1680 lo aggiornò e lo pubblicò con il titolo «Atlas Maior». Dal 1667 pubblicò «Nieuw Kaertboeck van de XVII Nederlandse Provinciën», Atlante dei Paesi Bassi che raccoglieva venti mappe, rivelandosi un notevole successo di mercato. Nel 1671 pubblicò una nuova edizione del suo «Atlas» che raccoglieva 100 mappe di grande formato, in doppia pagina, poi integrato con nuove incisioni, fino a raggiungere 151 carte geografiche. L’attività di De Wit si espanse rapidamente. La sua variegata produzione, infatti, rispondeva alla domanda di decoratività e diversità del mercato cartografico commerciale. Nel 1675 diede alle stampe un nuovo Atlante nautico, un’edizione aggiornata e aumentata, in una tiratura superiore a quella del 1664. Si ritiene che nella sua officina cartografica, nei 52 anni di attività, Frederik de Wit abbia inciso e stampato diverse centinaia di mappe e di stampe, immesse sul mercato in Atlanti di varie dimensioni e tirature e in numerosissime copie sciolte.


Guillaume Delisle (1675–1726), Le Royaume de Hongrie et des Pays qui en dependoient autrefois, dressée sur un grand nombre de Mémoires et Cartes manuscrites ou imprimées, rectifiez par les Observations du Comte Marsilii et quelques autres par Guillaume De l’Isle, Géographe de l’Académie Royale des Sciences, chez J‹ean› Covens et C‹ornelis› Mortier Géographes, avec privilège, Amsterdam 1740, cm 46x57, incisione in rame, carta, coloritura coeva ad acquerello, collezione privata.

Carta geografica del Regno d’Ungheria e dei paesi circonvicini, «che un tempo a questo erano vassalli», di Guillaume Delisle (1675–1726), uno dei più importanti cartografi francesi dei primi decenni del XVIII secolo, il primo geografo ufficiale della corte reale di Francia. Delisle realizzò la mappa all’inizio del XVIII secolo, e la prima edizione fu stampata a Parigi nel 1703 con il titolo «Carte de la Hongrie et des Pays qui en dependoient autrefois», poi inclusa tra le sue carte raccolte e pubblicate nell’«Atlas de Géographie». Nel 1708 Delisle realizzò per questa carta geografica una nuova matrice in rame, correggendo il tratto del fiume Tibisco e la rappresentazione del Delta del Danubio. Tuttavia, continuò utilizzare la lastra in rame del 1703, così sul mercato cartografico furono stampate e messe in vendita due carte geografiche dello stesso autore, che avevano lo stesso titolo, pur di poco diverse una dall’altra. La matrice in rame utilizzata per la pubblicazione, nel 1703, della prima edizione della mappa fu poi adoperata dagli editori Jean Covens e Corneille/Cornelis Mortier per stampare una nuova edizione della carta ad Amsterdam, nel 1740, dal titolo «Le Royaume de Hongrie et des Pays qui en dependoient autrefois», apportando però alcune modifiche alla cartuccia e alla rappresentazione del Delta del Danubio. Per l’elaborazione della sua carta, Delisle si ispirò anche ai cartografi che lo precedettero e certamente agli esponenti della scuola olandese. Nondimeno, l’esperienza vissuta sul campo dal conte Luigi Ferdinando Marsigli (1658–1730), ufficiale dell’esercito imperiale/asburgico, ma anche studioso e attento osservatore delle peculiarità delle terre che aveva conosciuto durante le campagne militari, ha consentito al cartografo francese di realizzare una mappa che, pur non essendo accurata topograficamente, delimita correttamente i Principati Romeni nella loro ubicazione nell’Europa Orientale, quindi nei loro confini naturali tra il Danubio al Sud e il Dniester ad Est. Tra i toponimi delle terre romene, sulla mappa sono generalmente redatti quelli più importanti, mentre tra gli idronimi, gli affluenti del Danubio vengono delineati con più cura e precisione.

Guillaume Delisle (1675–1726) nacque a Parigi, il 28 febbraio 1675, figlio di Claude Delisle (1644–1720), storico e geografo, e di Nicole–Charlotte Millet de la Croyère. Studiò al Collège Mazarin, quindi fu istruito dal padre e dal 1702 divenne allievo di Giovanni Domenico Cassini (Jean–Dominique Cassini) (1625–1712), direttore dell’Osservatorio di Parigi, studiando astronomia e geografia presso l’Académie Royale des Sciences, della quale divenne poi astronomo soprannumerario nel 1716 e astronomo associato nel 1718. Fu precettore di geografia del giovane re Luigi XV di Borbone (1710–1774) e nel 1718 fu nominato primo «géographe royal». Delisle, interessato alla geografia e alla cartografia sin dalla giovanissima età, ha perfezionato l’utilizzo delle scoperte degli astronomi nella delineazione dei continenti sulle carte geografiche, apportando correzioni alle linee di longitudine, quindi migliorando notevolmente l’aspetto e la cura «scientifica» delle mappe, sia dei precedenti cartografi, sia di sua diretta produzione. Nella sua officina cartografica di Parigi, Guillaume Delisle ha realizzato all’incirca un centinaio di mappe. Nel 1700 pubblicò la sua prima importante opera cartografica: una raccolta di mappe dei continenti. In seguito, realizzò e diede alle stampe varie carte geografiche del mondo, dei continenti, di singoli paesi, delle province della Francia. Delisle ebbe un approccio rigoroso e critico nella stesura delle carte geografiche, puntando più sulle misurazioni scientificamente accurate, e meno sulla decorazione barocca e sul carattere estetico ricercato, facendo conoscere al grande pubblico e alla clientela della cartografia commerciale i progressi delle scienze e compiendo così alcuni importanti passi in avanti nella cartografia scientifica moderna.

L’«Atlas de Géographie» di Delisle uscì nel 1700 e durante la vita dell’autore è stato ristampato altre tre volte, nel 1707, 1708 e 1718. Fu più volte ristampato, tra il 1730 e il 1774, in edizioni postume che raccoglievano dalle 53 alle 61 carte geografiche, con il titolo «Atlas Nouveau», dalla casa editrice Covens & Mortier di Amsterdam. Dopo la morte di Guillaume Delisle, le sue matrici in rame furono ereditate dal genero, il geografo Philippe Buache (1700–1773), e da quest’ultimo passarono, nel 1780, nelle mani del suo nipote, l’editore e stampatore Jean–Claude Dezauche (1745?–1824). Le matrici in rame delle mappe di Delisle furono intensamente utilizzate da Buache e Dezauche per stampare singole mappe e atlanti per alcuni decenni.