Mostra foto–documentaria «PIETRO ADOTTI, COSTRUTTORE FRIULANO E LA MODERNIZZAZIONE DELLE CITTÀ DI CALAFAT E CRAIOVA ALL’INIZIO DEL NOVECENTO»

Lunedì 10 ottobre 2016, alle ore 18,00, presso la Piccola Galleria dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia sita in Cannaregio 2211, 30121 Venezia (VE), l'Istituto che svolge la propria attività nella celebre città d'arte italiana e il Museo di Arte ed Etnografia di Calafat, in collaborazione con l'Associazione Culturale «Zemlja» di Sacile, con il supporto dell'Istituto Culturale Romeno di Bucarest, inaugura la mostra foto-documentaria «Pietro Adotti, costruttore friulano e la modernizzazione delle città di Calafat e Craiova all'inizio del Novecento».

All'apertura della mostra, che potrà essere visitata dal pubblico nei giorni che vanno dal 10 al 30 ottobre 2016, interverranno il Prof. Rudolf Dinu (Direttore dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia) e l'Arch. Dr. Paolo Tomasella (Istituto Regionale per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia). Quest'ultimo, in qualità di curatore della mostra, terrà nell'occasione una breve relazione dal titolo «Pietro Adotti, un imprenditore friulano promotore della modernizzazione dell'assetto urbanistico delle città del Vecchio Regno di Romania».

Pietro Adotti (Artegna, 3 gennaio 1872-ivi, 20 febbraio 1934), già nel 1894, poco più che ventenne, emigrò in Romania assieme ai fratelli Valentino, Francesco e Domenico come muratore stagionale. Pur non avendo una specifica formazione nel campo edile, affiancando i fratelli, egli apprese i primi rudimenti del mestiere proprio attraverso il lavoro svolto in Romania. Dopo questa prima esperienza in Romania, per un certo periodo egli si trasferì a Bad Gastein, in Austria. Con molta probabilità Adotti affrontò questa nuova avventura all'estero al seguito del compaesano Angelo Comini (Artegna, 1839-ivi, 1916), già affermato costruttore nella cittadina austriaca e assistente dell'architetto salisburghese Josef Wessicken (Salisburgo, 1837-ivi, 1918). Dopo lo stretto contatto con questi professionisti e una volta acquisite sul campo le necessarie capacità professionali, come avveniva di solito in quel periodo, Adotti ritenne di poter tornare in Romania, dove nel 1902 decise di dare vita ad un'impresa di costruzioni. Con l'aiuto dei tre fratelli, divenuti nel frattempo suoi stretti collaboratori, poco a poco Adotti divenne uno tra i più apprezzati costruttori edili in terra romena: ne sono una testimonianza la gran mole di edifici condotti a compimento soprattutto nella regione di Dolj. Egli assecondò le tendenze in atto nell'architettura romena del periodo, che oscillavano tra un marcato influsso storicista di matrice francese e l'emergere di uno stile nazionale. Adotti operò inizialmente a Bucarest, dove tra gli importanti lavori compiuti spicca l'imponente chiesa di San Nicola Vlădică, eretta fra il 1902 e il 1904. Una volta raggiunta la notorietà a Bucarest, l'attività di costruttore dell'Adotti venne trasferita a Craiova ma soprattutto a Calafat, cittadina portuale di confine lungo la riva orientale del Danubio, ove fu richiamato dai maggiorenti commerciali del luogo. A Calafat si erano insediati alcuni concessionari commerciali austriaci impegnati nei traffici portuali verso Vienna. Questo dinamico contesto favorì lo sviluppo edilizio della città romena nel periodo 1880-1885 ed ancor di più dopo il 1895, quando venne aperto il nuovo tratto ferroviario verso Craiova. Da questo momento Calafat divenne uno fra i più importanti scali portuali danubiani di granaglie della Romania. Con il crescente numero di commesse assunte in loco, Pietro Adotti iniziò a richiamare periodicamente a sé diversi muratori, scalpellini e carpentieri friulani, mentre per la manovalanza generica si affidò in prevalenza al reclutamento di locali. A fronte di questa dinamica situazione trovarono compimento per mano della ditta del costruttore arteniese una lunga serie di opere pubbliche e private nel corso dei primi anni del Novecento: tra queste si ricordano la residenza privata commissionata dalla famiglia I. S. Drăgulescu (ora Municipio cittadino) e l'imponente e architettonicamente pregevole Hotel «Marincu». Questi interventi costituirono la premessa per la realizzazione del palazzo Ştefan I. Marincu (oggi Museo di Arte ed Etnografia di Calafat), una delle strutture architettoniche più importanti della città. La prestigiosa residenza fu costruita nel periodo 1904-1907 ed ultimata nel successivo biennio 1906-1908 per iniziativa di Ştefan Ioniţă Marincu, un aromeno proprietario di estese superfici agricole nella regione di Dolj. Il progetto fu opera dell'architetto francese Paul Gottereau, che nell'occasione operò in collaborazione con l'architetto Constantin Rogalski, di famiglia polacca naturalizzata romena. Ancora a Calafat il costruttore arteniese eresse nello stesso arco di tempo il Liceo «Ferdinand I» (1912-1914), e la villa residenziale del commerciante Eracle Marincu (1911-1913). Ascrivibile ai magisteri dell'Adotti è anche la chiesa ortodossa dedicata a San Nicola, costruita fra il 1906 e il 1907. Adotti contribuì al mutamento della fisionomia di Craiova, partecipando al processo di rinnovamento urbano con interventi che presentano forme di reinterpretazione dei motivi tradizionali dell'architettura romena. In città eresse la scuola primaria israelitica, la Scuola di arti e mestieri ed una serie di edifici e palazzi privati tra cui spicca «Casa Dianu». Da Craiova Pietro Adotti si spostò in alcune località rurali della regione di Dolj, non distanti da Calafat, ove diede completamento a varie strutture rurali, magazzini agricoli e sedi per l'allevamento animale, oltre che all'Istituto scolastico di agricoltura a Poiana Mare, chiese ed edifici pubblici e privati nei villaggi di Bârca, Negoiu, Ghidici, Desa, Tunari, Poiana Mare, Galicea Mare, Goicea ecc.

La mostra mette in luce, attraverso una ventina di pannelli e avvalendosi di una variegata selezione di foto, cartoline, documenti e piante dell'epoca, corredate da un'accurata descrizione italiana, le trasformazioni urbanistiche di Calafat e di Craiova, avvenute tra i primi anni del XX secolo e lo scoppio della Grande Guerra: la modernizzazione ed il potenziamento delle infrastrutture e l'erezione di alcuni edifici pubblici e privati emblematici per le due città romene. La documentazione della mostra è stata curata dall'Arch. Dr. Paolo Tomasella, con la collaborazione del museografo Tudorel Predan (Museo di Arte ed Etnografia di Calafat) e del Prof. Cristian Luca (Vicedirettore dell'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia), mentre la lavorazione e l'elaborazione digitale delle immagini, la grafica e l'impaginazione dei pannelli espositivi sono state eseguite dal Dr. Cristian Alexandru Damian (addetto alle relazioni istituzionali e responsabile dei progetti per le arti visive presso l'Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia).