Due curatori di padiglioni nazionali della Biennale di Venezia 2015, Philippe Van Cauteren e Mihai Pop, si incontrano per un tranquillo dialogo sull’opera di Adrian Ghenie e per una sua retrospettiva al S.M.A.K. Museum, chiedendosi cosa vuol dire curare un padiglione alla Biennale Arte e le vie sinuose che si devono percorrere nel mondo dell’arte dei nostri giorni.
‘I dipinti densi e tattili di Ghenie, con la loro struttura complessa, offrono una visione contemporanea sulle più rilevanti storie politiche su soggetti universali quali l’abuso del potere, lo sfruttamento e l’oppressione, ma anche sulla lotta personale, individuale. La sua critica non è mai diretta, comunque, ma sempre trova una strada tortuosa. Ghenie nasconde qualunque suo riferimento politico o storico fondendolo con le sue memorie personali, riferimenti da film, clichés dell’industria d’intrattenimento ed elementi della storia dell’arte. Tutto ciò crea una continua metamorfosi tra fatto e costruzione, una rete di storie frammentate che descrivono catastrofi individuali o collettive. Ghenie dipinge un viaggio nei regni bui dell’esistenza umana, dove una scintilla di speranza comunque riesce a persistere.’
—Philippe Van Cauteren
Philippe Van Cauteren è il direttore artistico di S.M.A.K. Museum for Contemporary Art di Ghent. Ha co‒curato il padiglione del Belgio alla Biennale di Venezia 2013, ed è stato invitato a curare il padiglione di Iraq alla Biennale di Venezia 2015.
Presenta Corina Șuteu, Curatore degli Eventi Pubblici
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