- 15 December 2020
- Etichete Institutul Român de Cultură și Cercetare Umansitică de la Veneția IRCCU Veneția Institutul Cultural Român ICR Sava Henţia
Sava Henţia (1848–1904), Venezia, olio su tela, cm 38,5 x 32,5, firma e data in basso a destra: «Henţia / 1903 Veneţia», collezione privata (Romania).
Sava Henţia (1848–1904) nacque il 1 febbraio 1848 nel villaggio di Sebeşel, all’epoca nella Transilvania asburgica, oggi nella Regione romena di Alba. Come tanti altri romeni transilvani, andò in cerca della fortuna a sud dei Carpazi, nella Romania. Affetto da ipoacusia, a seguito di un’errata terapia a base di chinina, utilizzata come rimedio alla febbre tifoide, Sava Henţia incontrò non poche difficoltà nello studiare all’Accademia di Belle Arti di Bucarest, tra il 1865 e il 1870, sotto la guida dei pittori e professori che furono suoi maestri: Theodor Aman (1831–1891) e Gheorghe Tattarescu (1818–1894). Successivamente, visitò alcuni musei in Italia, quindi studiò a Parigi (1871–1874), all’Accademia di Belle Arti, con Alexandre Cabanel (1823–1889), subendo anche l’influsso del pittore preromantico francese Pierre Paul Prud’hon (1758–1823). Il cognome dell’artista romeno era Hinţia, e così firmò le sue prime opere, per alternare poi tra «Hinţia» e «Henţia». Sava Henţia è presente in qualsiasi dizionario romeno di storia dell’arte, soprattutto come ritrattista, genere artistico nel quale dimostrò notevoli qualità, riscuotendo l’apprezzamento ugualmente della critica e degli storici d’arte. Compiuto il percorso di specializzazione a Parigi, Henţia tornò a Bucarest. Reduce dal successo ottenuto con il dipinto «Psiche», esposto al Salone Ufficiale parigino nel 1873, una rivisitazione della celebre opera di Pierre Paul Prud’hon, «Psiche rapita da Zefiro», il pittore ebbe un successo immediato al rientro in patria. Ricevette una prestigiosa committenza nel 1875, quando gli venne affidata la decorazione con pitture murali del soffitto del foyer del Teatro Nazionale di Bucarest, e vi dipinse le quattro muse: poesia lirica, danza, tragedia e commedia. Nello stesso teatro, nel palco reale, veniva eseguita un’altra sua opera di notevole qualità artistica: «Aurora». Pochi anni più tardi, avvalendosi del sostegno del professore e medico Carol Davila (1828–1884), capo del Servizio Sanitario dell’Esercito Romeno, a Sava Henţia fu consentito di partecipare, in qualità di «reporter di guerra», insieme al pittore, litografo e fotografo Carol Popp de Szathmári (1812–1887) e ai pittori e docenti universitari Nicolae Grigorescu (1838–1907) e George Demetrescu Mirea (1852–1934), alla Guerra russo–romeno–ottomana del 1877–1878. A causa della sua ormai irreversibile ipoacusia bilaterale, a Henţia è stato affidato il compito di immortalare l’impegno bellico dell’Esercito Romeno solo nelle retrovie. Al settimo decennio dell’Ottocento risalgono alcuni dei suoi dipinti più apprezzati: a quelli menzionati, infatti, vanno aggiunti «Psiche abbandonata dall’amore» (1873), «La donna con la lettera» (1874), «La ragazza con i piccioni» (1875), «Irma, la moglie dell’artista» (1875).
L’opera pittorica di Sava Henţia è variegata, tuttavia, la qualità estetica è diseguale poiché altrettanto diversi sono stati i temi affrontati dall’artista. Le prime creazioni artistiche di Henţia erano espressione dell’accademismo e rispecchiavano la sua formazione nel rispetto dei canoni della corrente classicista che all’epoca dominava l’arte romena. La sua partecipazione alla guerra del 1877–1878 lo portò a cimentarsi nella pittura realistica, affrontando quindi scene di genere, nature morte e paesaggi agresti. Molte delle sue opere furono acquistate dallo stesso re di Romania, Carlo I di Hohenzollern Sigmaringen, che, «per la sue illustri opere pittoriche», conferì all’artista la Medaglia di benemerenza di II classe «Bene Merenti». Dal 1879 in poi, Henţia si dedicò anche all’illustrazione di libri. Inoltre, svolse un’attività pionieristica come autore di opere di pittura scenografica. L’apertura dell’artista all’impressionismo era finora poco chiara e difficile da definire, ma proprio all’influsso impressionista è ascrivibile il suo dipinto «Cascata di Sinaia» (1882). Per quanto riguarda la pittura romena, i critici e gli storici d’arte hanno attribuito a Sava Henţia un meritato posto tra i migliori artisti dell’Ottocento. George Oprescu, uno dei suoi biografi, ha ritenuto che Henţia andava collocato, insieme a Nicolae Vermont (1866–1932), nel gruppo dei pittori considerati degni eredi di Theodor Aman: Nicolae Grigorescu, Ion Andreescu (1850–1882) e Ştefan Luchian (1868–1916), aggiungendo poi di considerarlo tra i più originali pittori romeni: «Grigorescu, Andreescu, Mirea, Henţia». Inoltre, l’artista vantava una solida «istruzione professionale, che nessuno di noi, tranne Aman, possiede». Henţia era un artista docente, poiché aveva lavorato per oltre due decenni, a partire dal 1875, come professore di disegno e calligrafia presso l’Istituto scolastico femminile «Elena Doamna» di Bucarest e presso la Scuola secondaria femminile di Bucarest, quindi, negli ultimi anni di carriera didattica, presso l’Istituto scolastico femminile «Pompilian» e l’Istituto professionale di secondo grado n. 1 «Gheorghe Chiţu» di Bucarest.
Il pittore ha affrontato raramente il tema del paesaggio urbano. Ci sono noti due dei suoi paesaggi veneziani, entrambi conservati in collezioni private. Una delle opere reca ben visibile la data e la firma: «Henţia / 1903 Veneţia». I dipinti raffigurano scorci di Venezia: un canale della città marciana, rispettivamente una strada contornata da palazzi tipici veneziani e un piccolo gruppo di persone intente a festeggiare, probabilmente a suon di musica. Purtroppo, non disponiamo di un’immagine ad alta risoluzione di quest’ultima tela, quindi non è possibile esporla nella mostra online. Questi due quadri rivelano il pressoché sconosciuto, o comunque ignorato, lato impressionista dell’artista Sava Henţia, un suo approccio e un’espressività estetica che difficilmente si possono riscontrare nelle sue precedenti opere. Ovviamente, sorge spontanea la domanda: è il nostro Henţia l’autore dei due paesaggi urbani veneziani e quando essi furono realizzati? Sappiamo che nel 1871, in occasione dell’assegnazione della borsa di studio che consentì a Henţia di proseguire gli studi artistici a Parigi, il giovane pittore visitò Roma e vi soggiornò per un breve periodo, quindi molto probabilmente giunse anche in altre città della Penisola italiana, come testimoniano alcuni ritratti di italiani da lui eseguiti in questo periodo. Sebbene non si abbiano informazioni certe sulle diverse tappe del suo viaggio in Italia e dei musei che visitò, non è da escludere, bensì è molto probabile, che i paesaggi urbani di Venezia risalgano a quest’anno. Furono probabilmente abbozzati in disegni a matita o all’inchiostro e trasposti in pittura ad olio su tela soltanto negli ultimi anni di attività del pittore. La data e il luogo indicati con indubbia chiarezza «Venezia, 1903» possono anche sollevare l’ipotesi peregrina di un eventuale tour veneziano dell’artista, finora ignorato. Queste due opere preannunciavano probabilmente un genere artistico che Sava Henţia aveva iniziato ad attuare per rilanciare la sua carriera, integrando l’influsso dell’impressionismo nella sua arte di stampo accademico. Tuttavia, la sua morte prematura, avvenuta il 21 febbraio 1904, mise improvvisamente fine a questo rinnovamento espressivo dello stile artistico del pittore.
Riferimenti bibliografici: Pictorul Sava Henţia, in «Familia», 21, 1894, p. 241-242; N. E. Idieru, Istoria artelor-frumoase (arhitectura, – sculptura, – pictura, – musica, – din tote timpurile şi din tote ţerile, inclusiv Rumânia), Bucarest 1898; Mircea Popescu, Sava Henţia, Bucarest 1954; Gheorghe Ciul, Colecţia „Sava Henţia” a Muzeului Mixt Sebeş, in «Revista Muzeelor», 6, 1971, p. 518-519; Amelia Pavel, Sava Henţia, in «România literară», 6 (8 febbraio), 1973, p. 25; Livia Drăgoi, Expoziţia retrospectivă Sava Henţia (1848–1904), Cluj 1974; Livia Drăgoi, Sava Henţia, Bucarest 1979; Ioan Spătan, Galeria Kalinderu, in «Muzeul Naţional», XV, 2003, p. 290-299; Dan Tudor, Indexul independent Tudor–Art. Vânzări publice de artă [în] România, 2005–2016, 3a edizione, revisionata, Bucarest 2017, p. 238; Colecţia Sava Henţia a Muzeului Municipal din Sebeş. 170 de ani de la naşterea artistului, coordinamento a cura di Cornel Tatai–Baltă, Călin Anghel, Radu Totoianu, Cluj-Napoca 2018; Cristian I. Popa, În căutarea Cenuşăresei. Peisajul în opera pictorului Sava Henţia (1848–1904), in «Terra Sebus», 10, 2018, p. 473-544; Nicolae Paraschivescu, Ioana Raica, Ioan Străjan, Album memorialistic 170 de ani de la naşterea marelui pictor român Sava Henţia [1 februarie 1848–21 februarie 1904], Alba Iulia 2019.
(scheda a cura di Cristian Ioan Popa; traduzione italiana di Cristian Luca)